“Oltre le differenze” per interrogarsi su come i docenti devono rapportarsi con gli alunni con disabilità

Ad Aulla incontro organizzato dal Comune e dall’Uciim

La sala Tobagi di Aulla a stento è riuscita a contenere le numerose presenze di dirigenti, insegnanti di ogni ordine e grado (sono stati rilasciati ben 108 attestati di partecipazione), genitori per il seminario dal titolo “Oltre le differenze – inclusione e dintorni”, evento organizzato dall’Amministrazione comunale di Aulla e dalle sezioni UCIIM di Aulla e Pontremoli. I temi affrontati, del resto, erano di grande interesse ed attualità e i relatori ben noti per le loro conoscenze e per le loro capacità di trasmetterle e di coinvolgere gli uditori: Valeria Bizzarri dell’Università di Lovanio, dove svolge attività di ricerca e di insegnamento, Stefania Bargagna dell’Istituto Stella Maris di Pisa, dove si occupa di disabilità gravi dell’età evolutiva, Raffaele Ciambrone, docente dell’Università di Pisa e coordinatore dell’osservatorio nazionale per la condizione delle persone con disabilità. E, poi, Paolo Bestazzoni, presidente A.L.D.I., e Alberto Brunetti, presidente Luna Blu, che operano con ammirevole impegno e competenza sul territorio a sostegno attivo e progettuale di quanti sono portatori di disabilità e delle loro famiglie.

L’idea del convegno è stata del pediatra Aldo Vivaldi, la cui attività di medico lo aveva portato a interrogarsi sui numerosi e crescenti casi di difficoltà di vario tipo riscontrate per ragazze e ragazzi della Lunigiana e a proporre alla delegata alla Cultura del Comune di Aulla Grazia Tortoriello e all’assessora Katia Tomè l’organizzazione del Convegno, subito patrocinato dall’Uciim della Lunigiana, in particolare nelle persone della prof.ssa Adriana Pietrini e del Preside Pierangelo Coltelli (al convegno era presente ed è intervenuta sul tema anche la presidente regionale, prof.ssa Marcella Paggetti).

Sarebbe bene ed utile che gli atti del convegno fossero raccolti e pubblicati, tante e tali sono state le analisi, le proposte, i suggerimenti forniti per affrontare correttamente il rapporto didattico e personale con gli alunni con disabilità, che non possono essere dispersi o dimenticati. Sull’autismo, ad esempio, si sono sentite fondamentali considerazioni sull’influenza che esso provoca sulle relazioni interpersonali, sulla comunicazione, sul comportamento, su come può essere riconosciuto, sulla predominanza del sesso maschile, sui sintomi, sull’età del riconoscimento, sul rapporto famiglia- scuola- persona-strutture sanitarie, sull’ascolto, sulle possibilità di diagnosi e di interagire e di intervenire con adeguate cure per le diverse età e disabilità, pensando anche “al dopo di noi”. Ma dall’autismo si può guarire? Questo l’interrogativo senza risposte definitive. Negli interventi è stato sottolineato anche l’importante e delicato ruolo dell’insegnante di sostegno per tutte le forme di disabilità, che non possono essere affrontate proficuamente stando vicino al banco dello studente (senza considerare che gli insegnanti sono 230.000 a fronte di 300.000 alunni), perché per acquisire fiducia nelle proprie capacità l’alunno autistico, ma, in genere, disabile, ha bisogno della conoscenza e dell’immedesimazione nelle sue problematiche da parte dell’insegnante e di chi gli sta vicino con competenza ed umanità. Dopo questo convegno e quello di aprile “La povertà educativa: scuola e famiglia di fronte al disagio giovanile” ne è in programma a breve un altro “nell’ottica di una formazione attenta ai bisogni educativi dei giovani”.

Andreino Fabiani