Intervento del Vescovo Fra’ Mario Vaccari sulla riorganizzazione delle parrocchie nelle Unità Pastorali e i nuovi incarichi ai sacerdoti
In questi giorni diversi saranno gli spostamenti di presbiteri dalle loro comunità verso altre parrocchie, ma soprattutto diversi sono i criteri che mi hanno guidato in questa riorganizzazione.
Stiamo vivendo un tempo in cui procediamo a grandi passi verso una situazione nella quale non potremo più fare fronte ai servizi religiosi centrati e organizzati esclusivamente sulla figura del sacerdote: è un dato di fatto di cui dobbiamo prendere atto.
Nello stesso tempo è necessario ripensare e riqualificare la presenza cristiana sul territorio, in vista di suscitare comunità cristiane che ritrovino l’essenziale nella sequela di Gesù e in una ritrovata comunione di intenti necessaria per annunciare e testimoniare in modo efficace il Vangelo agli uomini del nostro tempo.
Le comunità parrocchiali, declinate secondo il modus operandi delle Unità pastorali, dovranno assumere le loro responsabilità affinché sul territorio l’identità religiosa non sia esclusivamente demandata al culto e alle celebrazioni, ma afferisca alla comunità stessa che vive la presenza del Signore al suo interno.
In questo panorama la figura del sacerdote, inevitabilmente, necessita di cambiamenti, passando da “uomo dell’altare” ad annunciatore della Parola con tutto quello che segue: “Cristo non mi ha mandato a battezzare, ma ad evangelizzare” (1Cor 1,17), ci ricorda l’apostolo Paolo nella Prima Lettera ai Corinti, testo biblico che ho scelto in questo anno pastorale per rimettere al centro proprio la comunità cristiana.
Ciascuno di noi reagisce in modo diverso al cambiamento, come situazione generale della vita e sono naturali le incomprensioni, le resistenze e le diffidenze che comportano il passaggio ad un nuovo punto di vista sulla realtà.
Auspico che ciascuno, ognuno per la propria parte e il proprio ruolo (sacerdoti, religiosi, diaconi, laici…) si interroghi sulle proprie scelte di vita e soprattutto sulla necessaria disponibilità da dare prima di tutto al Signore come opzione fondamentale. Come ci insegna la Chiesa e la sua sapienza millenaria, siamo un “popolo nomade”, chiamato ad uscire dalle proprie sicurezze per mettersi in cammino: “Lascia tutto vieni e seguimi” (cf. Mc 1,16-20), dobbiamo pensare alla forza rinnovatrice della Parola di Di: “Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa”. (cf. Mc 4,26-27).
Per questo motivo, desidero invitarvi a vivere assieme un momento di comunione e confronto sulla missione della Chiesa. Faccio riferimento in maniera particolare al consueto Convegno diocesano che si svolgerà quest’anno nei giorni 18-19 ottobre e che metterà a tema proprio le “Unità pastorali”, la presenza dei cristiani nella terra apuana e la capacità delle comunità di rigenerarsi.
In quella sede presenterò anche altre prospettive per il ripensamento del nostro territorio nell’ottica di uno slancio missionario più significativo. Un’occasione da non perdere per esserci e condividere il proprio punto di vista assieme agli altri.
Esserci e partecipare attivamente significa aderire al percorso della propria famiglia, in modo che ciascuno possa fornire il proprio contributo e il proprio punto di vista. Vi aspetto tutti, nell’ottica di quella comunità disegnata dall’apostolo Paolo ai Corinzi dove ciascuno è, pur nella sua particolarità, “membra viva” del Corpo di Cristo che è la Chiesa. (cf. 1Cor 12, 12).
† Mario Vaccari