Prese a mandarli a due a due

Domenica 14 luglio – XV del Tempo Ordinario
(Am 7,12-15; Ef 1,3-14; Mc 6,7-13)

Continuando il modo di agire di Dio nel Primo Testamento, Gesù chiama a sé i discepoli e li manda in missione. Il messaggio divino viene sempre comunicato agli uomini attraverso la mediazione di altri uomini, scelti, chiamati e mandati. Chi è chiamato è anche mandato, perché il dono di Dio ricevuto esige di essere comunicato, è espansivo per sua natura.
1. Chiamò a sé e li mandò. Tutti gli interventi di Dio nella storia dell’umanità sono fatti attraverso la mediazione degli uomini, fratelli mandati ai fratelli, come dice anche la Lettera agli Ebrei: “Ogni sommo sacerdote è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio” (Eb 5,1).
Questa missione non è esclusiva di pochi, ma si estende a tutti, perché tutti siamo chiamati e mandati ai fratelli, come le donne il mattino di Pasqua: “Andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: Egli vi precede in Galilea” (Mc 16,7).
L’azione di Dio tutti coinvolge perché di tutti ha bisogno, e tutti i fedeli sono mandati in missione nella semplicità della vita quotidiana, non attraverso visioni o fatti straordinari. L’educatore, il vicino, l’ospite, l’ammalato, e anche lo straniero, possono essere per noi messaggeri di Dio, e chiunque accoglie il messaggio diventa a sua volta messaggero.
2. Se non vi ascoltassero, andatevene. Il messaggio evangelico e il “mondo” si fronteggiano e si combattono con alterna vicenda. Il credente sa che Cristo ha già vinto; ma sa anche che questa vittoria sarà piena alla fine dei tempi.
La fede convive con l’incredulità; l’uomo vecchio e l’uomo nuovo coesistono anche dentro lo stesso cuore. La considerazione delle tristi condizioni umane conferisce ai cristiani uno slancio missionario verso il mondo e li fa sentire responsabili della sorte dei fratelli, anche se l’accoglienza della Parola di Dio non avviene in maniera automatica.
Teniamo presente che Dio rispetta la libertà di ogni uomo, e questo fatto ci invita ad aspettare con fiducia che il buon seme seminato faccia il suo corso. Dio è paziente e misericordioso: allo stesso modo devono comportarsi i missionari del vangelo verso i propri fratelli.
3. Partiti, proclamarono che la gente si convertisse. I Dodici, investiti della stessa missione di Gesù, consapevoli della dignità dell’incarico ricevuto, partono e alla predicazione aggiungono la cura delle persone sofferenti nel corpo o nello spirito: “Scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano”.
Partono così come sono, liberi da fardelli materiali e da condizionamenti intellettuali, e portano un messaggio molto preciso: la conversione per il Regno di Dio.
Non partono per una missione ecologica o alla scoperta della natura, come capita di vedere in questi giorni estivi, quando sembra diventata una moda difendere la natura e partire con zaino in spalla, macchina fotografica al collo e bastone in mano.

† Alberto