
Nella frazione pontremolese di San Rocco una scultura di grande interesse, opera di Enrico Garibaldi. Fu inaugurata nel 1924, due mesi prima di quello di Pontremoli

Nel territorio comunale di Pontremoli da quasi cento anni c’è un monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale sconosciuto ai più, ma che, per caratteristiche artistiche e storiche, rappresenta un’opera di grande interesse. Siamo a Guinadi, frazione di San Rocco, di fronte alla chiesa-oratorio intitolata al pellegrino invocato a protezione delle pestilenze. Al centro dello spazio un gruppo scultoreo in marmo bianco svetta sopra un alto basamento: un insieme di notevoli dimensioni, circondato da una balaustra in ferro. Il censimento e le ricerche compiute di recente dall’Istituto Storico della Resistenza e pubblicato nel volume “Ma nessuna croce manca. I Caduti pontremolesi nella Grande Guerra” (2023) ha evidenziato che Guinadi è l’unica frazione del pontremolese a poter vantare un vero e proprio monumento ai Caduti, affiancata forse dalla vicina Navola San Lorenzo dove, tuttavia, l’opera, pur di dimensioni importanti, appare più simile ad un altorilievo. Negli altri paesi dove la comunità locale ha voluto celebrare la memoria dei Caduti di quel conflitto sono presenti invece lapidi o cippi.
Dunque il monumento di Guinadi rivaleggia solo con quello del capoluogo dove, tuttavia, le scultore sono realizzate in bronzo e non in marmo e che, inaugurato il 21 settembre 1924, fino all’inizio degli anni Novanta si trovava in piazza della Repubblica prima di essere ricollocato in piazza dell’Unità d’Italia. Confrontando il monumento ai Caduti di Guinadi con le lapidi e i cippi presenti in quasi tutti i paesi del territorio comunale di Pontremoli ben si comprende come questa comunità del guinadese abbia voluto distinguersi nel perpetuare la memoria dei suoi giovani partiti per il fronte e mai tornati. E lo ha fatto compiendo uno sforzo culturale ed economico notevole, a prezzo di non pochi sacrifici pur di realizzare un’opera significativa a tal punto che oggi potrebbe far bella mostra di sé in un centro urbano. Scurito dal tempo, all’inizio dell’estate il marmo è tornato bianco, le scritte lucide, gli ornamenti ricollocati al proprio posto: grazie al lavoro volontario di Riccardo Berger e Alfredo Tifoni il monumento davanti alla chiesa di San Rocco è tornato ora a splendere, così come avrebbero voluto coloro che ne promossero la realizzazione.
Una iniziativa importante, quella di un secolo fa, ma ormai dimenticata; per riportarla di attualità a Guinadi se ne è parlato all’inizio di agosto, in un pomeriggio organizzato dalla Cooperativa “La Guinadese” con l’Istituto Storico della Resistenza. La prof.ssa Caterina Rapetti ha illustrato la storia e spiegato l’iconografia dell’opera, mentre Enzo Menconi, ammiraglio in congedo, ha parlato dei Caduti pontremolesi nella Grande Guerra.
La storica dell’arte ha ricordato come l’iniziativa per il monumento ai Caduti di Guinadi fosse partita dalla costituzione di un apposito Comitato in paese, presieduto da Felice Marioni. Un investimento cospicuo, al quale contribuirono un po’ tutti, soprattutto le famiglie più facoltose; da Roma arrivò anche una somma inviata dal re Vittorio Emanuele: 250 lire.

Ad essere incaricato di realizzare l’opera fu un artista di Carrara, il prof. Enrico Garibaldi, docente alla locale Accademia di Belle Arti, che proprio in quegli anni presiedeva una commissione per i monumenti ai Caduti. In Lunigiana è stato autore di altre opere in memoria dei soldati morti al fronte Caduti: di certo quella di Gavedo a Groppoli, forse (per confronto tipologico) gli si può attribuire anche di quello di Navola San Lorenzo.
A Guinadi l’inaugurazione avvenne il 24 luglio 1924, due mesi prima di quello di Pontremoli. Quel giorno a Guinadi intervenne una gran folla e si registrarono presenze importanti: c’era il vescovo Angelo Fiorini; il generale Ricci Armani; “l’ardito del Grappa” medaglia d’oro al valor militare Ettore Viola e neodeputato; il Sottoprefetto e il Commissario di sicurezza; il sindaco e i consiglieri comunali della vallata; i parroci e gli altri sacerdoti. C’era la Banda Rossini di Pontremoli ad accompagnare la cerimonia religiosa e a suonare la Marcia Reale e la Canzone del Piave durante la sfilata nella via interna al paese. Una grande cerimonia, di celebrazione e di cordoglio, nel ricordo dei soldati caduti i cui nomi sono ricordati sul basamento, disposti con cura sul lato che guarda le rispettive abitazioni.

Il giorno di san Rocco del 1937 il monumento venne poi ornato con una corona di bronzo e per un secolo è rimasto a ricordare le giovani vite sacrificate. Il monumento ci mostra una giovane donna, forte, con sulla testa una corona turrita: è la Patria, raffigurata mentre sorregge il giovane militare morente, sul quale lascia cadere un fiore mentre l’elmetto è riverso a terra. Nel monumento di Pontremoli, invece, la donna stende sul corpo del soldato la bandiera della gloria. Inoltre a Guinadi ben si coglie come la figura femminile sorregga maternamente il giovane. Un monumento solenne, dunque, ma nello stesso tempo di condivisione del dramma della morte, quella temuta ogni giorno da quelle famiglie (quasi tutte) che avevano uno o più giovani al fronte.
Sul monumento i soldati indicati sono nove, ma la ricerca ha permesso di censirne altri due. Tutti partiti da Guinadi e mai tornati, caduti in luoghi lontani dai nomi che spesso, a malapena, si sapevano pronunciare.
Paolo Bissoli