
Le parole di mons. Guido Marini, vescovo di Tortona, al pontificale nel duomo di Pontremoli in onore della Madonna del Popolo

Il pontificale per la festa della Madonna del Popolo è stato celebrato da mons. Guido Marini, vescovo di Tortona, affiancato dal vescovo diocesano fra’ Mario Vaccari – che ha indirizzato al confratello, originario di Genova come lui e suo insegnante di Diritto canonico, parole di saluto e di ringraziamento per aver accettato l’invito -, dal vescovo emerito di Volterra, mons. Alberto Silvani, canonici della concattedrale di Pontremoli, sacerdoti e diaconi diocesani. Con ancora nel cuore il ricordo dei festeggiamenti dello scorso anno per la ricorrenza del IV centenario del voto, un buon numero di fedeli ha riempito il duomo, a testimonianza del forte richiamo ancora oggi esercitato dalla volontà di mantenere vivo l’impegno espresso dalla città nel lontano 1622. All’inizio dell’attesa omelia, mons. Marini, in riferimento al voto cittadino, ha ricordato che “nel corso della storia e nella vita di tutti noi ci sono diverse tipologie di peste”; per questo, oggi come sempre, “ci rivolgiamo alla Madonna per presentarle tante necessità – materiali, morali, spirituali – dell’ora presente”.

Nella certezza che “la Madonna tutto ascolta, tutto custodisce nel suo cuore, tutto intende esaudire perché ci ama davvero, è mamma davvero”. Facendo riferimento alle parole che l’angelo rivolge alla Madonna – ’Il Signore è con te’ -, il presule ha sottolineato che questo è “l’elemento essenziale della vita di Maria” e conservare questo essenziale “vuol dire conservare la verità della nostra fede e della nostra esperienza cristiana”.
“Tutti, ha detto, siamo soggetti a una tentazione che possiamo definire una peste: perdere di vista questo essenziale”. Il vescovo Guido ha, poi, approfondito tre aspetti che derivano dalla vita di Maria. “Nella pagina del profeta Sofonia, ha spiegato, abbiamo ascoltato un invito alla gioia: per Maria è stata la gioia della salvezza perché il Signore è venuto tra noi… ha già fatto tutto per noi, liberandoci dal peccato e dalla morte… Non dobbiamo più essere noi a conquistare il cielo, perché è il cielo che è sceso su di noi” e ci ha conquistati. Il canto del Magnificat, allora, è un canto alla grandezza di Dio, che è venuto a lei e l’ha resa nuova creatura. Questa gioia deve essere anche in noi perché da Cristo siamo stati “strappati dal peccato… e per questo partecipi della sua stessa vita”.

Il secondo aspetto prende spunto dalla pagina del Vangelo di Luca. Maria si alza e in fretta va dalla cugina Elisabetta per farle visita; “visita di testimonianza e di annuncio di quel Signore che era nel suo grembo. Il secondo dato, allora, è la fretta per la testimonianza del Signore in mezzo al nostro mondo, che scaturisce… dal desiderio di rendere partecipi tutti di quella gioia per la salvezza che è la nostra vita. Il Santo Padre Francesco parla spesso del fascino e dell’attrazione come dati tipici dell’annuncio e della testimonianza cristiana”.
Dal brano dell’apostolo Paolo il terzo aspetto: il fervore nella carità. “Lei è tutta amore, è tutta carità”. Il suo cuore è totalmente abitato dalla logica del dono. “Nella misura in cui anche noi viviamo del Signore e non ci distacchiamo da questo essenziale, la nostra non può che essere una vita fervente nella carità”. A questo proposito, mons. Marini ha precisato che “la carità tocca tutte le povertà che l’uomo sperimenta in ogni tempo della storia”: materiali, morali, spirituali, educative, quelle della dignità della vita umana in ogni suo momento, del pensiero debole del nostro tempo, dell’amministrazione del bene comune.
“In questa giornata, ha concluso, rivolgiamoci alla Madonna e chiediamole soprattutto questa grazia: che anche la nostra vita possa essere bella partecipando della sua bellezza”, che trova le radici nella presenza del Signore Gesù; solo così “ci è possibile rendere più bella la nostra città, gli ambienti in cui viviamo, il mondo intero”. Al termine, il vescovo di Tortona ha rivolto parole di ringraziamento al vescovo Mario “per l’invito a questa bella festa”. Ha, quindi, salutato mons. Silvani e tutto il clero presente ed ha ringraziato la Corale S. Cecilia per aver animato la celebrazione. Il suo saluto è andato anche al sindaco e a tutte le autorità civili e militari. Infine, ha chiesto “di ricordare me e la mia diocesi alla Madonna del Popolo e io assicuro di ricambiare questo ricordo davanti alla Madonna della Guardia di Tortona”, dando così vita a una sorta di gemellaggio spirituale tra le nostre comunità. a.r.
La processione lungo le vie della città
Nel corso del pontificale del mattino, il sindaco Jacopo Ferri, a nome del Consiglio comunale e della cittadinanza, ha posto nelle mani del celebrante il cero, come previsto dal voto pronunciato 401 anni or sono. La festa liturgica è poi ripresa nel tardo pomeriggio con il canto del Vespro e la processione lungo le vie del centro storico. Presiedeva il vescovo Mario, che seguiva l’immagine della Madonna del Popolo, portata in un reliquiario dal vicario generale, don Marino Navalesi. Nutrita la partecipazione delle confraternite e delle associazioni, così come dei fedeli in generale. Ha prestato servizio la Musica Cittadina diretta dal maestro Riccardo Madoni.