Aria di crisi nei comuni di Massa e Fosdinovo

Nel capoluogo una mozione di sfiducia al sindaco Persiani firmata da 14 consiglieri. Nel comune lunigianese le dimissioni di tre consiglieri di maggioranza

Un suggestivo panorama sulla Val di Magra con in primo piano il castello di Fosdinovo.
Un suggestivo panorama sulla Val di Magra con in primo piano il castello di Fosdinovo.

C’è aria di crisi politica in due comuni della Provincia, una crisi bipartisan perché coinvolge il capoluogo Massa, a guida centrodestra, e il comune lunigianese di Fosdinovo, amministrato dal centrosinistra con il sindaca Camilla Bianchi del Partito Democratico. Due comuni che, tra l’altro, secondo la scadenza naturale della legislatura sarebbero chiamati a breve a rinnovare il consiglio: nel 2024 Fosdinovo e addirittura nella prossima primavera Massa, visto che il sindaco Francesco Persiani è in carica dal giugno 2018. Ed è inevitabile pensare che proprio le frizioni in vista del voto amministrativo possano essere la causa di queste tensioni. Del capoluogo trattiamo nel box sottostante, mentre per quanto concerne il comune di Fosdinovo la crisi è deflagrata con le dimissioni, in queste prime settimane di gennaio, di ben tre consiglieri dei banchi della maggioranza. Si tratta di Marco Amilcare Grassi, già assessore alla cultura, del presidente del consiglio comunale, Valerio Zoja, e del consigliere di maggioranza Daniele Marchi. Dimissioni che fanno seguito ad una lettera che quattro consiglieri di maggioranza hanno inviato alla direzione del Pd, poco prima di Natale, in cui si lamentano di “una conduzione verticistica che si è dimostrata non incline all’ascolto, alla condivisione ma anche alla semplice informazione. Quella che era una vera squadra ai tempi della presentazione della lista, si è trasformata in un gruppo abbandonato a se stesso, senza un vero coordinamento”.

La sindaca di Fosdinovo, Camilla Bianchi
La sindaca di Fosdinovo, Camilla Bianchi

In particolare uno dei motivi di grande attrito sarebbe rappresentato dal progetto che riguarda il miglioramento e la trasformazione della località “Il Fosso“. Soprattutto la realizzazione di un ascensore per i disabili avrebbe creato non pochi motivi di dissapori fra le parti. Lavori necessari, scrivono i consiglieri nella lettera “per ripristinare quegli eventi fortemente identitari per Fosdinovo, come il 25 Aprile; la dichiarazione del PD di Fosdinovo di escludere a livello locale la possibilità contemplata a livello nazionale del terzo mandato del sindaco e infine che venga eliminata dalla realizzazione la scala addossata alle mura del Borgo prospicente il “Fosso”, ipotizzata nel progetto di rigenerazione della piazza, vista la inconsistenza della sua motivazione”. Per il momento la sindaca Bianchi sembra voler procedere “a distanza di poco più di un anno dalle prossime elezioni, non portare a termine l’attuale legislatura con tutte le opportunità che sono vicine grazie ai tanti progetti finanziati dal Piano nazionale di resistenza e resilienza, significa esclusivamente creare un grave danno alla nostra comunità”. E per questo l’intenzione della prima cittadina è quella di sostituire i consiglieri dimissionari con i non eletti all’interno della lista vincente nelle elezioni del 2019. Anche se la prima dei non eletti, Mariella Gavarini, ha già annunciato, sul suo profilo Facebook che non accetterà “Ho riflettuto molto ed ho soppesato le motivazioni che a mio giudizio – scrive la Gavarini – supportano l’accettazione dell’incarico di consigliere in surroga e quelle che al contrario ne supportano la rinuncia: ho deciso che, le seconde, sono nettamente superiori alle prime e ne discende quindi la presente comunicazione di rinuncia”. Pare invece che gli altri tre candidati non eletti nel 2019: Donatella Beggi, Rosella Marchi ed Angelo Poli, abbiano manifestato il loro assenso (anche se, dalle voci, sembra che Poli non abbia sciolto tutte le riserve) a rilevare i posti da consigliere comunale lasciati vacanti. Certo la vicenda è tutt’altro che risolta ed è immaginabile aspettarsi ulteriori sviluppi.

(Riccardo Sordi)

La Lega appoggia la ricandidatura di Persiani, mentre FdI e FI puntano sull’assessore Guidi

Massa: una tensione nata nella maggioranza in vista delle amministrative

 

Vista panoramica di Massa
Vista panoramica di Massa
Il sindaco di Massa Francesco Persiani
Il sindaco di Massa Francesco Persiani

Una mozione di sfiducia contro il sindaco di Massa, Francesco Persiani firmata da 14 consiglieri comunali. Insomma la tensione al Palazzo Comunale di Massa è tanta, specie pensando che questa mozione ha trovato concretezza soprattutto tra i banchi della maggioranza, con l’appoggio di dieci consiglieri “dissidenti” dai gruppi Fratelli d’Italia, Forza Italia, Antonio Cofrancesco del gruppo misto e Lucia Bongiorni della lista Persiani. A questi si sono aggiunte le firme di quattro rappresentanti delle opposizioni (Dina Dell’Ertole, Uilian Berti, Stefano Alberti e Gabriele Carioli). Ci sono quindi le firme necessarie perché la mozione possa essere depositata (ovvero 12) ma non sufficienti per l’approvazione in consiglio che avrebbe bisogno di 17 voti per avere la maggioranza dei 32 consiglieri. I motivi di questa frizione vengono evidenziati dal consigliere di maggioranza Cofrancesco che in un lungo comunicato mette in luce alcune problematiche come la continua diserzione del sindaco dalla commissione Affari Istituzionali dove da mesi si tenta di fare chiarezza sulla tassa marmo, la commissione di indagine sul caso Serinper, l’aumento delle tariffe dei parcheggi, la manifestazione d’interesse sull’aeroporto. Diverse situazioni, che secondo Cofrancesco evidenziano che “Il vero problema da me denunciato da oltre quattro anni è che l’attuale sindaco pensa di gestire la città come una proprietà privata. Mai un cenno al confronto, esclusione totale dei cittadini e dei portatori d’interesse, ma anche delle compagini politiche di maggioranza sulle decisioni che hanno cambiato per alcuni versi il volto della nostra città”. Ma secondo molti, in realtà, la problematica sarebbe legata all’avvicinarsi delle elezioni amministrative, che nel capoluogo sono previste per la prossima primavera, con grandi tensioni tra i partiti dell’amministrazione uscente. Del resto da mesi si gioca la partita su chi sarà il candidato del centrodestra: Persiani ha dalla sua la Lega, mentre Fratelli d’Italia e alcuni componenti di Forza Italia spingerebbero per la candidatura di Marco Guidi, segretario comunale di FdI, oltre che assessore ai Lavori pubblici. Ci sarebbe poi anche una mozione di sfiducia da parte delle minoranze, ma per il momento si sta temporeggiando anche perché dall’opposizione si cerca di sfruttare la fase di lotta interna della maggioranza. E quindi sembra che, oltre al voto dei quattro consiglieri di minoranza firmatari, si uniranno l’ex sindaco Alessandro Volpi dem, ed Elena Mosti. Mentre pare più guardingo il Movimento Cinque Stelle “dipenderà da cosa uscirà nel dibattito. Per noi è l’operato dell’intero Centrodestra a dover essere sfiduciato, non basta Persiani. Per questo non vogliamo prestarci a giochi interni che favoriscono solo Guidi. Valuteremo in sede di dibattito come votare” sottolinea la capogruppo Luana Mencarelli. Per il sindaco Persiani la mozione di sfiducia a pochi mesi dal voto è “un suicidio politico, una mossa strumentale che ha come unico effetto quello di screditare un’intera coalizione”. (r.s.)