
“Dal ribollir dei tini” ha visto in concorso ben 86 bottiglie frutto del lavoro di chi coltiva la vite per hobby e rende un servizio prezioso al territorio e alla sua cultura


La rivincita, per un giorno, di chi passa lungo tempo nella vigna solo per passione: sono stati ben 86 i vini presentati a Malgrate alla castagnata e festa del vino nuovo “Dal ribollir dei tini” che si è svolta il 20 novembre, promossa e organizzata dalla locale parrocchia e dall’associazione “I giovani di San Lorenzo” nei sempre suggestivi e accoglienti spazi del castello Malaspina. “Porta una bottiglia della vendemmia 2022 per avere un giudizio sul tuo vino” era lo slogan al quale hanno risposto davvero in tanti, produttori che con ostinazione continuano a curare il vigneto di famiglia. Un’ostinazione della quale la Lunigiana non può e non vuole fare a meno: probabilmente quasi nessuno di loro si trasformerà in produttore professionista con tanto di bottiglie etichettate e commercializzate, ma certo tutti, con il loro impegno quotidiano, contribuiscono a curare il territorio, a rendere piacevole il paesaggio, a ritardare l’inselvatichimento delle campagne. Una passione ereditata o esplosa all’improvviso, il desiderio di migliorarsi per rendere ancora più pregiata quella bottiglia da offrire con orgoglio agli amici; a tal punto dall’affrontare la difficile prova del confronto con i sommeliers esperti (Mario Lalli, capo panel; Mario Magnani e Walter Rapalli) che a Malgrate assaggiano e giudicano la tua bottiglia, implacabili nello spiegare i difetti ma anche sempre pronti a valorizzare un vino ben fatto.

Nel primo pomeriggio di domenica scorsa nella piazza antistante il castello stand di prodotti tipici e poi castagnata e vin brulè fino a sera. All’interno del castello (che meriterebbe davvero di essere aperto più spesso) tanti spazi pieni di contenuti, a cominciare dalla sala più temuta, quella dove le 86 bottiglie (52 vini rossi e 34 vini bianchi) erano in bella mostra sul tavolo, pronte per l’assaggio, fra la trepidazione dei rispettivi “responsabili”. Un’atmosfera impreziosita dall’eleganza e dalla professionalità dei giovani studenti dell’Istituto Professionale Alberghiero di Bagnone che, accompagnati dalla professoressa Chiara Tonarelli, hanno dato una dimostrazione davvero impeccabile di quanti risultati possa dare l’impegno scolastico. Come hanno spiegato Alessandro Martinelli e Giorgio Orsini, due degli organizzatori di una manifestazione giunta al quindicesimo anno, quello ai migliori vini di produttori non professionisti è un premio che nasce per valorizzare l’impegno e i risultati di tutti coloro che ancora con passione coltivano la vite in Lunigiana. Le radici dell’iniziativa sono a Scorcetoli dove era nata con il premio “Il vino di San Martino”, l’obiettivo quello di offrire la possibilità a tutti di avere spunti e conoscenze di base per migliorare il proprio prodotto. Senza dimenticare che spesso sono proprio momenti come questi a fornire la spinta per continuare e non perdere la tradizione e la cultura contadina, perché produrre il proprio vino è una forma di resistenza per proteggere i saperi e i sapori di un territorio.
Paolo Bissoli
Di Domenichelli il miglior vino rosso, Galeotti vince tra i bianchi

Al termine di un pomeriggio intenso e mentre all’esterno del castello si consumavano le ultime caldarroste e si asciugava il paiolo del vin brulè, è stata comunicata la classifica delle bottiglie giudicate migliori. Dopo un lungo confronto e molte spiegazioni da parte degli esperti, di fronte a tanta gente che ha gremito la sala conferenze del castello dove poco prima era stato presentato il libro “Paesi di Lunigiana”, è stata svelata la graduatoria dei migliori vini vendemmia 2022. Tra i vini bianchi il primo premio è andato a Giuseppe Domenichelli di Fivizzano; il secondo a Lino Galeotti di Malgrate, il terzo a Edamo Barbieri di Corlaga. Lino Galeotti si è visto aggiudicare il primo premio tra i vini rossi, seguito da due produttori bagnonesi: Walter Sarti Cipriani di Vico e Walter Amadei.