La guerra rende arduo  un giudizio equanime
Kiew, bombardamenti nel distretto di aprile Brovary (ANSA/ PROTEZIONE CIVILE UCRAINA/SIR)

Dura da poco meno di un mese ma ha già fatto disastri e originato tanti lutti che potrebbero bastare per anni. Stiamo parlando (come potrebbe essere altrimenti?) della guerra avviata da Putin con l’invasione dell’Ucraina. Non c’è, però, voluto tanto tempo perché si manifestassero opinioni molto discordanti, che hanno alimentato forti contrasti dialettici. Le prime distanze sono state marcate dalle affermazioni del tipo: “Putin ha sbagliato, però…”.
Per cominciare a trovare un terreno di confronto praticabile, basterebbe che dopo “ha sbagliato” si ponesse un semplice punto fermo. Ciò significa che tutta la ragione sia dalla parte dell’Occidente e dell’Ucraina? No, però definirebbe un punto di partenza accettabile. Quando l’Occidente (vogliamo essere più chiari? Diciamo gli Usa) ha sbagliato, le critiche sono state espresse con manifestazioni che, alla lunga, hanno portato a modifiche sostanziali delle strategie messe in atto. Non solo: i politici che hanno ritenuto di dover aprire quelle crisi hanno pagato i loro errori con sconfitte elettorali sonore.
Quali speranze ci sono che ciò possa accadere nella Russia di Putin, dove l’opposizione è condannata come terrorismo o alto tradimento, quando non si procede alla soppressione del “colpevole”? Un’altra affermazione gratuita si è fatta strada in vista della videoconferenza che martedì il presidente Zelensky ha tenuto davanti al Parlamento italiano riunito. Qualche anima buona (in generale gli ex 5 stelle di Alternativa) ha spiegato la contrarietà all’evento sostenendo che “allora bisogna sentire anche Putin”.
Per assistere ad un’altra sceneggiata come quella già proposta allo stadio Luzhniki di Mosca, dove l’autocrate del Cremlino non ha saputo fare di meglio che piegare le parole del Vangelo al proprio tornaconto per trovare una giustificazione ed esaltare le morti dei suoi soldati?
Zelensky ha improntato il discorso al nostro Parlamento sulla gravità dell’attacco russo e sull’aiuto che l’Italia sta fornendo al suo Paese, riferendo anche di aver avuto un colloquio con Papa Francesco. Quanto al primo aspetto, citando i bombardamenti e l’occupazione delle città, ha ricordato che “questo è stato fatto per l’ultima volta dai nazisti”; un modo neanche tanto sottile per avvicinare Putin a Hitler.
Tralasciando riferimenti alla nostra storia (in molti si aspettavano un accenno alla Resistenza) e la richiesta già avanzata in altre occasioni di una no-fly zone sull’Ucraina, il presidente ha sostenuto che il vero obiettivo di Putin è l‘Europa e, prima di ricevere l’ovazione finale dell’Aula, ha invitato a “fermare una sola persona affinché possano sopravvivere in milioni”. Al termine del discorso di Zelensky, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha definito “eroica” la resistenza ucraina e ha dichiarato che l’Italia vuole Kiev nell’Unione europea.

Antonio Ricci