Castruccio Castracani, l’uomo nuovo creatore  del proprio principato

Apparteneva alla ricca e importante famiglia degli Antelminelli dei ghibellini di Lucca

Castruccio Castracani degli Antelminelli di Lucca (1281 – 1328)

Castruccio Castracani  (Lucca, 1281-1328) è dell’importante famiglia ghibellina degli Antelminelli che a Lucca praticava attività commerciali e finanziarie. Nell’anno 1300 è cacciato dai guelfi Neri; la famiglia lo vorrebbe fare prete ma non è adatto, si impone per fare l’uomo d’armi, concepisce la vita come rischio e coraggio. Sostiene con milizie mercenarie i ghibellini a Pavia, a Verona, nel 1313 è a Pisa di cui è signore Uguccione della Faggiola, rimasto unico appoggio dei ghibellini dopo la morte improvvisa dell’imperatore Arrigo VII; sostiene anche Castruccio, il quale sventa una congiura contro di lui tramata dal capo dei guelfi lucchesi.Insieme massacrano i congiurati e poi vincono la battaglia di Montecatini del 29 agosto 1315 contro le forze fiorentine e guelfe. 

 Nel 1314 il vescovo Gherardino Malaspina aveva nominato il Castracani visconte della Lunigiana, l’imperatore Federico III d’Asburgo lo aveva fatto suo vicario strategico. Uguccione si insospettisce per la grandezza che Castruccio va conquistando, lo arresta per crimini commessi in Lunigiana e ordina al figlio Ranieri di ucciderlo, ma questi esita.

I ruderi della torre di Castruccio con, sullo sfondo, la chiesa di Avenza di San Pietro in una foto della fine dell’Ottocento

Caduto Uguccione per un’improvvisa rivolta popolare a Lucca e Pisa, Castruccio si fa signore di Lucca e Pistoia, Luni e Volterra, Lerici, batte i fiorentini ad Altopascio nel  1325, si impadronisce di Pisa e crea un vasto dominio personale nell’alta Toscana. Capitano delle milizie e poi capo generale con incarico confermato per dieci anni il signore di Lucca conquista Massa, Carrara, Sarzana, Pontremoli, come vicario è a Roma con l’imperatore Ludovico il Bavaro nel 1328, diventa capo dei ghibellini toscani, combatte ancora contro i fiorentini a Fucecchio e San Miniato. Muore nel 1328 e tutto il suo dominio si sfascia. Sepolto in S. Francesco a Lucca.

Molte fortificazioni e castelli furono fatti costruire da Castruccio, la maggior parte in Lunigiana: ad Avenza la fortezza di Castruccio è ancora presente, a Sarzana modificò e rafforzò la struttura della Fortezza di Sarzanello e il sistema difensivo di Firmafede, a Massa distrusse quasi del tutto la Rocca Malaspina, a Pontremoli fece la Cortina di Cacciaguerra. Il figlio primogenito Arrigo acquistò una casa con attiguo casamento nella vicinia di S, Maria. Cronisti e storici lasciano incerto l’esilio a Pontremoli della moglie e dei figli di Castruccio voluto dall’imperatore Ludovico il Bavaro dopo le loro macchinazioni. Passando per Pontremoli il Bavaro riconfermò i privilegi già concessi da Federico II,vanificando le investiture fatte a Castruccio.
 

La “Vita di Castruccio” di Niccolò Machiavelli

Niccolò Machiavelli, il grande scienziato della politica, scrisse nel 1520 una biografia romanzata di Castruccio. Lo interpreta come tipo ideale del principe “nuovo” che conquista il potere con le armi, con virtù propria o con la fortuna, con le arti della “golpe e del lione” e non per successione dinastica.
Gli errori di Castruccio per Machiavelli furono non aver calcolato la possibilità di morte improvvisa nel pieno del successo, non aver provveduto debitamente a impiantare i vantaggi di nuovi equilibri dentro ordini consolidati, non aver saputo dare ordine e continuità al suo Stato. Dà un’immagine fantastica di Castruccio a scapito della realtà oggettiva, non controlla la scelta delle sue fonti di documentazione e trasferisce in lui fatti di altri personaggi storici. Vuol fare di Castruccio “l’esemplificazione storica delle sue dottrine e idoli politici” (Luigi Russo).
Lo storico Francesco Guicciardini giudicò Castruccio addirittura “un vile cittadino lucchese”. Di totale fantasia è il romanzo Valperga. Vita e avventure di Castruccio principe di Lucca, scritto nel 1823 da Mary Shelley.
(m.l.s.)