Premiata l’Associazione per i tanti progetti volti a migliorare la qualità della vita dei disabili
Il premio “Lunigiana senza barriere”, istituito, dodici anni fa, dall’Associazione paraplegici della Provincia di Massa Carrara è stato assegnato, nei giorni scorsi, all’Aldi che, dal 2002, profonde il lodevole impegno verso la disabilità, a partire da quella infantile ed adolescenziale. L’obiettivo primario dell’Associazione lunigianese disabili rimane, infatti, quello di aiutare le famiglie che vivono le problematiche legate alla disabilità. Sotto la guida di Paolo Bestazzoni, l’Aldi ha avviato, nel corso degli anni, progetti importanti come “Moving dance”, spettacolo di ballo dove i giovanissimi riescono a mettere in atto capacità tecniche e coreografie emozionali che coinvolgono il sempre numeroso pubblico. Progetto molto ambizioso che sta per concludersi è quello relativo alla Casa – famiglia, legato alla legge “Dopo di noi”, volta a tutelare i disabili adulti, in assenza dei genitori. La struttura, quasi ultimata, è ubicata nella Selva di Filetto. Si attende l’inaugurazione, la prossima primavera.
Il premio “Lunigiana senza barriere”, come ha precisato il presidente dell’Associazione paraplegici della nostra Provincia, Giacomo Perfigli, viene consegnato ad Enti, Associazioni, persone che si sono distinti con iniziative a vantaggio della disabilità. Del resto il livello di civiltà di un popolo e di uno Stato si misura anche dalla capacità di assicurare ai disabili i diritti dell’inclusione, della partecipazione al lavoro e alla vita pubblica garantendo, nel contempo, servizi domiciliari diurni ed assistenza professionale per non abbandonare chi ha bisogno. “Ogni cammino, ci dice Bestazzoni, inizia a piccoli passi. Ciascuno di noi deve trovare, in se stesso, il desiderio di fare il proprio affinchè ogni persona sia considerata tale, nonostante i limiti fisici o psicologici. Un traguardo possibile se crediamo che non ci sono vite di serie A e di serie B. Ci sono vite, da accogliere, tutelare, sostenere, amare”. Ora il desiderio più ambito è completare la struttura del “Dopo di noi””. Struttura che garantirà un futuro migliore ai disabili, senza ricorrere al ricovero in Istituto, in ambienti capaci di ricreare atmosfere familiari, con personale specializzato.
Ivana Fornesi