Emergenza migranti tra Stati Uniti e Messico

Vescovi: “Rattristati nel vedere un tale disprezzo per la dignità umana”

Una pattuglia sul Rio Grande, frontiera tra gli Stati Uniti e il Messico

“Siamo rattristati nel vedere un tale disprezzo per la dignità umana”. È il commento del vescovo Mario E. Dorsonville, presidente della Commissione per le migrazioni della Conferenza episcopale Usa, e di suor Donna Markham, presidente di Catholic Charities, di fronte alle immagini dei poliziotti a cavallo che scacciavano gli immigrati haitiani, mentre cercavano di attraversare la frontiera tra Stati Uniti e Messico.
Da due settimane 14mila migranti provenienti da Haiti si sono accampanti sotto il ponte della piccola città di Del Rio, a 230 chilometri da San Antonio, in Texas; dopo aver attraversato illegalmente il fiume Rio Grande. Senza cibo, né acqua, uomini soli, donne e famiglie con bambini hanno affrontato ogni pericolo pur di lasciare l’isola e approdare in Messico. Da lì, a piedi o con mezzi di fortuna, hanno provato a raggiungere uno dei sei porti d’ingresso aperti lungo la frontiera.
Catholic Charities di San Antonio si è precipitata nei soccorsi, trasportando nell’accampamento di fortuna vestiti, coperte, indumenti per bambini, acqua e cibo. Alcuni sono stati trasportati in una città più attrezzata per consentirgli di raggiungere, facilmente, amici e conoscenti in attesa che le pratiche vengano espletate dal servizio di immigrazione.
Il vescovo di San Antonio, Gustavo García-Siller ha spiegato che Del Rio è solo un “piccolo pezzo” del confine tra Texas e Messico, quindi non ha le infrastrutture per un gruppo così numeroso di migranti, a differenza di città come Brownsville, McAllen ed El Paso con una lunga tradizione di accoglienza. Inoltre la barriera linguistica è uno degli ostacoli più complicati: gli haitiani parlano solo francese.
L’amministrazione Biden il 22 settembre ha iniziato le deportazioni; i funzionari fanno appello alla norma emessa dall’amministrazione Trump che giustifica le deportazioni come prevenzione della pandemia. Degli haitiani espulsi, alcuni vengono rimpatriati, altri verranno riportati in città messicane o centroamericane dove hanno vissuto prima della traversata.
Due funzionari, sotto garanzia di anonimato, hanno riferito che in realtà un numero “molto ampio di haitiani” è stato trasferito con pullman e aerei, in altre città statunitensi come El Paso, Laredo, nella valle del Rio Grande e a Tucson in Arizona. Tutti hanno ricevuto un mandato di comparizione per valutare entro 60 giorni il loro stato migratorio e presentare richiesta di asilo temporaneo.
Il segretario del dipartimento di sicurezza, Alejandro Mayorkas, ha ridisegnato lo status di protezione temporanea, consentendo ad alcuni haitiani presenti negli Stati Uniti almeno dal 29 luglio 2021, di rimanere e lavorare nel Paese per diciotto mesi. Intanto per gli agenti di polizia di frontiera a cavallo che hanno allontanato la folla, “apparentemente con la frusta”, si è aperta un’inchiesta. Gli agenti hanno spiegato che non hanno usato la frusta, ma le redini lunghe per controllare meglio i cavalli, sotto pressione per il numero di persone da cui erano circondati.