
Apre la nuova raccolta di poesie Al vibrar delle parole tra passato e presente del pontremolese Mauro Musetti la cruda realtà di morte portata da un subdolo pandemico veleno: le sue parole sono colorate di buio e vibranti di pianto, ma nell’esperienza del dolore riesce a scrivere lettere d’amore alla vita e la speranza riarde / di giovane fuoco.
Suoni e colori svelano vibrazioni intime di amicizia con la natura, con chi è flagellato dalla guerra e dalla fame, con chi, privato di patria e di dimora, si spegne con un tenue liberante sorriso in mezzo a una folla che non lo voleva vedere. Le iniquità del mondo possono essere redente solo dalla preghiera davanti al Redentore, è questo affidarsi alla fede, la dantesca “sustanza di cose sperate” che dà senso al vivere di Mauro Musetti: amatore di poesia e lettore di poeti; rivela una pacificazione interiore conquistata con meditazioni personali ma anche assimilata dallo zio don Vito Zani, salito al cielo “con la certezza nel Signore”.
La natura è fonte di ispirazione nei versi di questa nuova raccolta, è contemplata nella sua dolcezza, nei silenzi e nella furia buriana del vento e delle acque, negli scenari esotici. Sempre attento è lo sguardo sulle persone: la ragazza dalla cascata di biondi capelli, gli alpini euforici che cantano e bevono, i tanti fanti che senza nome morirono in battaglie siderali sulle Alpi nelle plaghe della guerra, la ragazza ghermita dalla morte, la donna che sta aspettando invano colui che non verrà, belle fanciulle dagli occhi sognanti immerse in visioni di paesaggi ameni e musicali, il ragazzo di strada che guida la masnada degli intrepidi ribelli, l’uomo solo e desolato sul ponte nel suo ultimo lamento, il clown che nasconde il suo tormento.
Un ricordo anche di Vasco Bianchi che “nella serena compostezza /della morte / sembrava dire a tutti /anche questo /fa parte della vita|”. Le parole più care sono per la donna della sua vita “miracolo soave, eterno e indelebile”.
Nella raccolta non mancano momenti di bravura descrittiva di visioni paesistiche, oasi del cuore contemplate sotto la neve, nel frastuono dei petardi a capodanno, nelle visioni di alate immensità del cosmo, negli animali del cielo e del mare.
Nella misura del frammento lirico propria della poesia del Novecento Mauro Musetti comunica valori ideali, emozioni, delicata sensibilità, che gli hanno dato riconoscimenti e premi speciali in concorsi italiani ed esteri.