Tutti a casa a Natale e a Capodanno

I punti più significativi del nuovo decreto in vista delle prossime festività

42ConteNon è escluso che qualche modifica nel senso di una minore rigidità possa essere apportata nei prossimi giorni, specie se si confermeranno i miglioramenti nell’andamento della pandemia, ma i paletti dei comportamenti da tenere fino al 6 gennaio e quindi nel periodo delle festività di Natale sono ormai definiti nel Dpcm del 3 dicembre.
Fino ad oggi l’esecutivo è riuscito a resistere alle pressioni di comuni e regioni – ultima l’Abruzzo con la decisione, contestata dal governo, di anticipare il passaggio da zona rossa ad arancione di due giorni – ma continuano le riunioni tra i vari livelli istituzionali per cercare di limare gli angoli più indigesti. La preoccupazione, pur con tutte le riserve che possono sorgere dalle miriadi di dichiarazioni degli “esperti”, è quella di evitare il diffondersi dell’idea del “liberi tutti”.
Non è dato sapere se, nel frattempo, chi di dovere stia provvedendo a riorganizzare i servizi per quando, volenti o nolenti si dovranno per forza di cose allentare i vincoli. Lo stato dell’arte ci parla di un periodo di Natale e Capodanno che le persone passeranno in gran parte in casa, anche se c’è la possibilità di avere tra una settimana tutte le regioni “gialle” e quindi una maggiore possibilità di movimento. Tale libertà verrà meno già a partire dal 21 dicembre e fino al 6 gennaio, quando gli spostamenti tra Regioni saranno bloccati.
A questo si aggiunge il divieto di raggiungere le seconde case. Il 25 e 26 dicembre e il 1° gennaio, in particolare, sarà vietato ogni spostamento tra comuni, se non per lavoro, salute e “situazioni di necessità”, oltre che per tornare nella propria residenza, domicilio o abitazione.
“Siamo consapevoli dell’ennesimo sacrificio che stiamo chiedendo agli italiani in un periodo dell’anno tradizionalmente dedicato alla convivialità – ha detto Conte nel corso della conferenza stampa di presentazione dei contenuti del Dpcm – ma più che limitazioni, le nostre sono solo forti raccomandazioni, tese da una parte a proteggere meglio i nostri cari, in particolare i più anziani, dall’altra ad evitare che la curva torni a impennarsi”.
Sembrano definiti anche i tempi di ritorno delle scuole al regime di presenza, oggetto di aspre discussioni con le Regioni. Al momento è stabilito che gli studenti delle superiori torneranno in classe il 7 gennaio in una percentuale del 75% e non più del 50%.
Un posto a sé occupa la questione della S. Messa di Natale del 24 dicembre: la Cei ha dato disponibilità a che sia celebrata in sintonia con l’entrata in vigore del blocco degli spostamenti fissato per le ore 22. Vietati i cenoni di fine anno nei ristoranti, per quanto riguarda i comportamenti nelle case, giustamente, si parla solo di “consigli” a far sì che non si superi la soglia dei sei commensali, evitando presenze di persone non conviventi.