Alla villa La Cartiera “Oscillazioni” che suggeriscono emozioni e pensieri

33oscillazioniDal dischiuso cancello del giardino-parco di villa La Cartiera a Borgovecchio di Pontremoli si mostrano i gialli di tanti limoni che, citando Montale, “ci scrosciano in petto le trombe d’oro della solarità” sotto l’ombra di imponenti conifere. Era questa l’emozione suggerita in più di un centinaio di persone presenti all’inaugurazione dell’evento “Oscillazioni”, una mostra all’aperto in un trionfo di energia, luce e colore organizzata, per schietta cortesia e operatività del proprietario Emanuele Del Signore, dal Gruppo Spazio4arte e NoGallery dell’Associazione Musei di arte contemporanea, con proposte e collaborazione del fiorentino Gianni Neri e di Eugenio Donadel e Caterina Zani, pontremolesi.
33oscillazioni1Sono esposte tredici opere di artisti in linea con le radicali innovazioni dell’arte moderna che da oltre un secolo, a partire dall’olandese Piet Mondrian, scompone la realtà per rappresentarla in modo diverso, la reinventa usando linguaggio visivo del tutto nuovo.
Matteo Baroni ha inferto un taglio netto sul prato e lo ricuce con punti di corda in fibra naturale, non di plastica: il creato è ferito, è urgente rammendare i guasti. Tre strutture a cavallo di Frisia intrecciano travi in ferro con inserite palle: è la perfezione geometrica dell’angolo retto e della sfera che suggerisce a Beppe Villa il bisogno di ridare ordine al caos. Gianni Neri usa giovani radici di olivo a vaga sembianza di figure umane con movenza dinamica di danza e fanno venire in mente “La danza” di Matisse.
33oscillazioni2Manuela Menici disegna con doppi canapi neri un centro tavola sul prato verde e lo leggi come un rosone di chiesa medievale. Luciano Preti espone su cavalletto un’ “anthara” con civette rosse e un’altra in bronzo con figura femminile semisdraiata con faccia a vago riferimento a una statua-stele e cagnolino sulla coscia, due opere di non facile lettura.
Disseminate stanno piccole sagome umane in blu, con iconografia che ricorda la statuaria romana. Di forte effetto il dinamico dialogo tra figure e forme in marmo bianco e il fluire limpido di un rivolo d’acqua del Magra convogliato nella piscina in cui si rispecchiano: è un lavoro di artisti che hanno “atelier” comune a Carrara. Appesi ai rami di un gigantesco abete stanno grovigli di ferro, alcuni con incorporati tubi idraulici: è il modo in cui Marco Fallani vuol dire che anche il caos riesce a trovare una sua forma, si armonizza: li diresti lampadari. In conclusione si può dire che, qualunque sia la qualità di eventi artistici, sono tutte esperienze che mirano a interpretare la convulsa, magmatica crisi contemporanea per risolverla in una condizione esistenziale più bella e più solidale.
La mostra a La Cartiera continua fino al 20 settembre, il sabato e domenica dalle 10,30 alle 13 e dalle 16,30 alle 19.