I dati evidenziano una difficoltà che rischia di mettere in crisi il sistema scolastico del territorio
Abbiamo concluso l’intervista alla direttrice Buonriposi, pubblicata a pagina 6 del nostro giornale della scorsa settimana, scrivendo che non si discute più pubblicamente di scuola, come se quest’ultima fosse un corpo separato, non dovesse riguardare nessun altro se non gli addetti ai lavori. In realtà, come è avvenuto in passato, si fa appello a sindaci, a genitori e a chiunque venga percepito come un potenziale sostenitore, quando la situazione si fa drammatica. Al contrario il dibattito sulla scuola non dovrebbe conoscere pause troppo lunghe, ma coinvolgere periodicamente tutti i cittadini nella consapevolezza che un bene prezioso quale è la scuola debba essere fra le priorità di un territorio e, per quanto ci riguarda, di quello lunigianese. Questa considerazione assume una valenza particolare in occasione delle iscrizioni che, a seconda dei risultati creano tensioni e malessere fino a giungere, a seguito di ripetuti esiti negativi, a decretare la fine di una scuola.
Venendo quindi alle iscrizioni per l’anno scolastico 2019/20 un dato sorprendente è quello del Liceo classico statale di Aulla che formerà una classe IV ginnasio di 28 alunni. Un dato confortante se si pensa che la scuola aullese in passato ha conosciuto talvolta momenti di forte sofferenza mentre oggi guarda con maggior serenità al futuro. L’altro dato inaspettato riguarda i due licei del Malaspina, il linguistico e quello delle scienze umane, che complessivamente hanno 23 iscritti. è la prima volta che si verifica una situazione di questo tipo per il liceo pontremolese e neppure i docenti stessi sanno darsi una spiegazione se non le notizie circolate sulla struttura dell’edificio scolastico. Si auspica comunque che, come avvenuto in passato per altre scuole lunigianesi, non si penalizzi questa scuola che ha sempre avuto le iscrizioni necessarie e addirittura tali da formare anche tre classi prime. Rimanendo al Da Vinci, il liceo scientifico di Villafranca ha complessivamente 55 alunni iscritti alla classe prima fra scientifico e scientifico delle scienze applicate.
Il Belmesseri purtroppo non riesce ancora a ottenere il consenso che meriterebbe, anche in considerazione del fatto che da più parti si chiede un rilancio degli studi tecnico-professionali poiché se ne riscontra la necessità in ambito lavorativo. Si sono iscritti ai due corsi AFM (ex-ragioneria) e turistico complessivamente 23 alunni, mentre15 e 13 rispettivamente al Belmesseri di Villafranca e di Fivizzano. Non decolla ancora il corso CAT (ex-geometri) che ha 10 iscritti. L’altra scuola pontremolese, il Liceo classico Vescovile Don Marco Mori, formerà una classe IV ginnasio di 13 alunni, dei quali, fatto positivo, 3 vengono dal parmense: 2 da Borgotaro e 1 da Berceto.
All’Istituto Pacinotti di Bagnone 20 alunni frequenteranno la classe prima M.A.T. Meccanico e 26 quella dell’Alberghiero. Il corso odontotecnico di Pontremoli ha 10 iscritti, mentre in difficoltà risultano le scuole del fivizzanese: 3 iscritti all’Agrario, 1 al M.A.T. Elettrico e 6 ai Servizi sociosanitari. C’è da sottolineare che le scuole superiori quest’anno devono fare i conti anche con un numero minore di alunni frequentanti la terza media che inevitabilmente finisce per ripercuotersi anche sulle iscrizioni, creando ulteriori problemi nella formazione di alcune classi prime delle scuole secondarie di secondo grado.
Gli alunni frequentanti la terza media sono in tutto 275, quelli che si sono iscritti a una scuola superiore lunigianese risultano 233, 42 alunni dovrebbero quindi essersi iscritti ad altra scuola al di fuori della Lunigiana. Alcune scuole lunigianesi presentano, come si è visto, qualche difficoltà nella formazione delle classi prime; non vorremmo che questi segni ‘inquietanti’ preludessero ad una crisi del sistema scolastico della Lunigiana. Per questo non ci si può e non ci si deve accontentare delle analisi di dirigenti e docenti, anche amministratori, associazioni, commercianti, cittadini,… devono essere chiamati ad affrontare pubblicamente i problemi delle nostre scuole che, se soltanto ‘diventano di tutti’, si potrà sperare in un loro rilancio. Fabrizio Rosi