Fivizzano: merita una collocazione migliore il trittico di Loris Ricci

Il quadro che ricorda le stragi nazifasciste si trova nell’ostello degli Agostiniani 

Il trittico il "Crepuscolo" realizzato dal pittore Loris Ricci
Il trittico il “Crepuscolo” realizzato dal pittore Loris Ricci

Sono passati trenta anni dall’inaugurazione del trittico “Crepuscolo”, opera del pittore lunigianese di fama e prestigio nazionali ed internazionali Loris Ricci, destinata ad essere collocata nella Sala consigliare del Comune di Fivizzano, per “commemorare le stragi nazifasciste avvenute durante l’ultima guerra”. La commissione (era il tempo di Sandro Bondi assessore alla Cultura, poi Sindaco per un breve periodo) fu di un Comitato formato dal Comune di Fivizzano, Regione Toscana, Provincia di Massa Carrara, Comunità Montana della Lunigiana, Comune di Carrara. Nella sala del Consiglio rimase fino a quando non fu trasferita dal Municipio nel Museo di San Giovanni, dove non trovò collocazione. Per iniziativa della dirigenza dell’Istituto Comprensivo fu ospitata, per ridarle la meritata dignità, nell’Aula Magna della scuola “A. Bartoli”, dove rimase per alcuni anni. Da lì fu traslocata in un corridoio dell’ostello degli Agostiniani, quando l’edificio scolastico fu dichiarato inagibile, e lì è tuttora. Ci sentiamo di dire che non è il posto giusto. Merita una “parete” degna del suo valore artistico e del significato che l’ha ispirata, ben sottolineati dai messaggi pervenuti, per la sua inaugurazione, dai presidenti della Repubblica, Francesco Cossiga, e della Camera dei Deputati, Nilde Iotti. Alla cerimonia inaugurale erano presenti il presidente del Senato, Luciano Lama, e il prof. Enzo Carli. Di esso è stato scritto: “L’iniziativa commemorativa del Comune di Fivizzano, che della tenace e coraggiosa lotta per la salvezza della patria e della democrazia fu generoso protagonista, è resa ancor più significativa e valida dalla scelta di ricordare quei giorni con un’opera d’arte”.

Il pittore Loris Ricci
Il pittore Loris Ricci

Dal punto di vista artistico, il prof. Antonio Berneri parla così del trittico: “Definire arte sacra il trittico di Loris Ricci, che per tema ha la Deposizione, è arduo, soprattutto se per arte sacra si intende quella davanti alla quale ci si segna. Non c’è nulla di tradizionale nella religiosità laica di questa rappresentazione astrattamente simbolica di una vicenda dove morte, dolore, rinascita prendono le forme inconciliabili di un racconto composto di fremiti cromatici preziosamente elaborati. Qui la morte è pura essenza, solo un frammento di disperazione proiettato e riflesso su frammenti di umanità impietrita”. Interessanti sono le osservazioni di Francesco Leonardi sulla Deposizione contenuta nel trittico (2,70 per 5,50 metri), che simboleggia il crepuscolo della storia e che a lui, di ampia conoscenza d’arte pittorica, rievoca quella di Rosso Fiorentino – Giacomo Battista di Jacopo di Gaspare. “L’opera identifica bene il concetto di martirio della nostra popolazione, che richiama il sacrifico di Cristo, figura predominante, drammatica espressione degli eccidi. Non ci sono croci, ma i due ladroni, oltre ad un uomo e ad una donna , la Madre di Cristo, espressione di una umanità tragica e di una profonda pietà. Domina il buio (“Si fece notte e… si squarciò il cielo”). Nell’ ammirarlo, sembra di udire urla di dolore, che si perdono sui monti, evidente stilizzazione dei nostri”. Dove, anche a fini di monito educativo, potrebbe essere definitivamente sistemato il trittico, che meriterebbe maggior considerazione e, forse, anche una nuova inaugurazione, magari nella settimana dedicata alla memoria? Andrebbe bene il Museo dell’eccidio di San Terenzo, opportunamente ristrutturato, o quello ipotizzato a Vinca? Ci sono altre sedi ugualmente degne? Si tratta di individuarle, discutere nelle istituzioni competenti, anche con la popolazione, e poi decidere.

Andreino Fabiani