Rom, sinti, gitani… perseguitati, sterilizzati, sterminati nei campi nazisti. Una storia misconosciuta di razzismo che continua ancora oggi. Presenti soprattutto in Germania, Francia, Spagna e Italia: nel nostro paese sono circa 180mila, non sono amati e ora c’è la proposta di “censirli” con una vera e propria schedatura.
Stiamo vivendo giorni che inquietano e interrogano le coscienze, toni da perpetua campagna elettorale alimentano paure e senso di insicurezza che verrebbero dall’invasione di stranieri (che non c’è, stando ai dati oggettivi) o dai campi degli zingari percepiti come covi di delinquenza e quindi da censire, forse schedare. Si grida molto meno invece sulla criminalità targata Italia delle mafie, della corruzione, degli assassini domestici delle donne, quasi una al giorno, dei bulli. Prende un senso di forte sgomento nel veder messi in discussione valori alti di civiltà quali il rispetto della libertà di pensiero, l’ascolto, l’uso corretto delle parole, il soccorso ai naufraghi, la tutela delle minoranze etniche e culturali.
Questa premessa per parlare degli zingari, detti anche rom, sinti, gitani, che il nuovo supervisibile ministro degli Affari Interni vuole censire o altro per assicurarci dalla loro presunta pericolosità, con accenti di segregazione e discriminazione etnica. Gli studi scientifici dicono senza equivoci che le razze non esistono, ci sono gruppi umani di pari dignità nella diversità della loro storia.
L’uomo è sempre stato migrante e nomade alla conquista del mondo
In varie fasi i nostri antenati si sono disseminati sul pianeta muovendo dall’unica provenienza dall’Africa centromeridionale. La nostra storia la spiega il biologo Jared Diamond nel saggio “Il terzo scimpanzé” (Bollati-Boringhieri). Il primate “homo sapiens” è scimpanzé perché condivide oltre il 98% con le due specie di scimpanzé precedenti di Neanderthal e di Cro-Magnon. Il percorso evolutivo documentato dai più antichi siti archeologici disponibili dice che dall’Africa umanoidi arrivarono nell’area del mar Caspio; un milione di anni fa una parte si diresse nell’Eurasia, l’altra piegò verso Sud-Est colonizzando India, Indocina, Madagascar, Nuova Guinea, Australia, isole Salomone 30mila anni fa, le Figi, Hawaii, Nuova Zelanda.
Altra migrazione mosse verso la Siberia, Corea, e attraverso lo stretto di Bering passò in Alaska, scese 11mila anni fa lungo tutta la catena delle Montagne Rocciose e delle Ande fino alla Patagonia. Le migrazioni sono un elemento strutturale della storia dell’uomo, obbligato a trovare nuovi spazi di sopravvivenza e anche spinto a compiere la sua “Odissea nello spazio”. Ma l’evoluzione dell’uomo può finire, ci sono pericoli seri di “estinzione dell’uomo per i suicidi ecologici, le degradazioni ambientali”.
La speranza di salvarci dalle minacce che incombono sul nostro futuro può fondarsi solo sulla conoscenza e su comportamenti meno egoistici e meno miopi. Una comune origine e un’ unica terra madre: altro che muri e confini!
Quella degli zingari viene da lontano, dall’India nordoccidentale dal secolo XI si sono fatti nomadi in Asia Minore, secoli dopo in terre dell’impero bizantino e poi In Europa. Oggi la loro presenza più numerosa è in Germania, Francia, (In Camargue ogni anno si radunano a Les Saintes Marie), Spagna, Italia. Sempre e ovunque sono stati perseguitati, sterilizzati e poi circa mezzo milione sterminati nei campi nazisti insieme a ebrei e omosessuali. Una storia misconosciuta ma terribile di antizingarismo. Guardati con diffidenza, il loro nomadismo è stato interpretato come una maledizione di Dio; abili nel forgiare rame e stagno furono associati alla magia, alle arti occulte, divinatorie e stregonesche.
Caravaggio ha dato volto alla zingara che dà “la buona ventura “ a un giovanetto. Le società continuarono a cercare di liberarsi degli zingari fino ad arrivare al genocidio nazista e a biologi che sostennero che i bimbi zingari avevano il gene del nomadismo e quindi pericolosi! I decreti di espulsione si sono susseguiti. L’unico esempio di buona integrazione si realizzò in Andalusia, terra di cultura multietnica, qui i “gitanos” divennero stanziali, ben accolti e protetti. Hanno creato il fascino del ballo flamenco con influenze arabe e il vocabolo è una crasi di due termini, uno arabo e uno gitano, significa contadino errante.
All’improvviso vennero accuse dal potere politico e, come gli ebrei, furono espulsi dalla Spagna alla fine del Quattrocento, così avvenne anche in Italia, Francia, Inghilterra, Olanda. Nel mondo si calcola che gli zingari siano tra i 10 e 15 milioni, ma i dati ufficiali sono incerti per la difficoltà dei registri anagrafici, sono presenti in tutti i paesi. In Italia circa 180mila, lo 0,3% di tutta la popolazione, ne sono venuti nuovi dopo le guerre e pulizie etniche dalla ex-Jugoslavia, almeno la metà sono cittadini italiani, in maggioranza sono stanziali, vivono nelle case, assegnate o date in affitto, i bambini vanno a scuola.
Di quelli nei campi nomadi nel 2008 ne sono stati contati 12.346 di cui 5.436 minori. Sono molti i cattolici, la famiglia estesa ai parenti è la struttura base della comunità. La loro lingua detta “romanì” non è riconosciuta come minoritaria da tutelare, l’opinione pubblica è ostile nei loro confronti e non c’è una reale politica integrativa, sono considerati in presenza temporanea e le amministrazioni comunali non si curano di dare scuola e servizi.
Esperienze positive di villaggi rom ben integrati col quartiere sono a Firenze, Cosenza, Reggio Calabria, altrove vivono in campi autorizzati, ma in condizioni precarie e anche stanno in campi abusivi. Per quelli lasciati apolidi senza autorizzazione a soggiornare c’è violazione degli obblighi della Convenzione di Ginevra e la Commissione europea contro razzismo e intolleranza e l’Onu invitano a cambiare politiche nei loro confronti. Nel 1971 a Londra è nata l’Unione Internazionale Romani per il riconoscimento dell’identità culturale e linguistica di una nazione senza Stato né territorio ma presente in tutti i paesi.
La loro storia ha aspetti positivi e negativi come quella di tutti e la presenza degli zingari non è il fenomeno più grave dell’Italia. Personalità famose sono legate al circo Orfei e Togni, Carmen di Bizet è una gitana amata, ispiratrice di musica sublime, molti i libri per conoscerli senza pregiudizi.
Maria Luisa Simoncelli