I tanti simboli della Pasqua

L’agnello, vittima sacrificale; la palma, vittoria dei martiri.
E ancora: l’olivo, il fuoco nuovo, il cero ardente, l’acqua, l’uovo, la colomba…

colombaGià la Pasqua ebraica era celebrata con molti simbolismi e memoriali ai quali si ricollega la Pasqua cristiana.
L’agnello aveva liberato gli Ebrei dalla schiavitù, era la vittima sacrificale, ma per i cristiani è simbolo di Cristo stesso che assume su di sé i peccati del mondo, risorge dalla morte, è corpo e sangue presente sotto la specie del pane e del vino. La data della festa, dopo controversie, fu stabilita nel concilio di Nicea del 325 la prima domenica dopo il plenilunio successivo all’equinozio di primavera fissato al 21 marzo. La Settimana Santa nasce invece a Gerusalemme per rivivere la Passione e morte di Gesù, con inizio la Domenica delle palme.
La palma è un altro simbolo pasquale, è una pianta solare con foglie simili a raggi per significare vittoria dei martiri e la divinità nel suo splendore.
L’olivo nei Vangeli apocrifi è simbolo di Cristo. Una tradizione medioevale narra che sulla tomba di Adamo nacque un olivo dal quale una colomba staccò il ramoscello portato a Noè per annunciare la fine del diluvio e dal tronco fu preso il legno per la croce di Gesù. I riti con l’unzione con olio d’oliva introducono la persona nella sfera del divino.
Il fuoco nuovo acceso e benedetto a inizio della veglia di Pasqua e portato nella chiesa a luci spente significa Cristo risorto.
Il cero ardente, fatto di cera di ape insetto simbolo classico del “logos”, è considerato emblema di presenza invisibile della divinità donatrice di conoscenza, purificazione, protezione.
L’acqua usata nel Battesimo viene benedetta nella veglia pasquale, è uno dei simboli fondamentali delle pratiche religiose del mondo, è la sostanza primordiale da cui vengono tutte le forme di vita, è rigenerazione dalla colpa originale per i cristiani.

Michelangelo Merisi da Caravaggio, "Cena in Emmaus" (1601-1602). Londra, National Gallery
Michelangelo Merisi da Caravaggio, “Cena in Emmaus” (1601-1602). Londra, National Gallery

L’uovo è un altro simbolo di Cristo risorto e della speranza di resurrezione. In ogni tradizione è simbolo di nascita, donare uova vere o di materiali pregiati è segno augurale. Tutto ciò che è vivo viene dall’uovo. L’iconografia della Madonna presenta anche l’uovo: l’immagine che più di tutte viene in mente è la Pala della Pinacoteca di Brera a Milano, splendore della pittura di Piero della Francesca, che dispone la Vergine, sei Santi, quattro Angeli e Federico da Montefeltro in una perfetta simmetria prospettica che ha il suo centro nell’uovo perpendicolare sulla testa della Vergine. Diverse le interpretazioni date a questo uovo, ma tutte riconducibili a simbolo di creazione, di vita nascente o risorta.
La colomba è un dolce diffuso nel pranzo pasquale, per i cristiani è simbolo di Cristo risorto e dello Spirito Santo che porta fuoco e luce. A Firenze il lunedì di Pasqua si fa correre su filo metallico una colomba di carta pesta che va a sbattere su un carro addobbato di fiori davanti al Duomo: se il carro “brindellone” si infiamma è segno di buona annata. La raffigurazione di colombe posate sul calice è icona di Gesù che offre ai fedeli l’Eucarestia. La solennità della Pasqua cristiana si dilata all’ottavo giorno della Domenica “in albis”.
La Chiesa prolunga le sue principali solennità in un’ottava (del Corpus Domini), la Pasqua è dilatata ai cinquanta giorni di Pentecoste. Il numero otto indica l’equilibrio cosmico, la cifra grafica è mediazione fra il quadrato e il cerchio, vuol indicare legame fra terra e cielo. Per Sant’Agostino l’ottavo giorno comporta la vita dei giusti e la condanna degli empi. (fonte di riferimento Alfredo Cattabiani Calendario. Le feste, i miti,le leggende e i riti dell’anno, Rusconi, 1989).

Maria Luisa Simoncelli

Verso la gioia pasquale

Pieter Paul Rubens, Resurrezione di Cristo (1616). Firenze, Palazzo Pitti
Pieter Paul Rubens, Resurrezione di Cristo (1616). Firenze, Palazzo Pitti

La Pasqua torna, e non a caso.Torna perché abbiamo, sempre più, bisogno di risorgere da una vita difficile in quanto sopraffatti dalle tensioni, dalle preoccupazioni, dai venti di guerra e dall’aumento della violenza ad ogni latitudine. In un tale contesto, il mondo brancola nel trovare la giusta prospettiva. Ed ecco la Pasqua, il grido forte perché il male e la morte, sua ultima conclusione, non abbiano la vittoria assoluta. La Resurrezione è l’evento decisivo della nostra fede; è l’intervento di Dio paragonabile soltanto alla Parola creatrice che, all’inizio,diede origine al tempo, alle cose, all’uomo. Solo alla Luce della Resurrezione possiamo scoprire pienamente il disegno di Dio sull’uomo e sulla storia e capire il significato del lieto messaggio del Suo Regno in mezzo a noi. La vittoria di Cristo si estende a tutta la creazione, finalmente riconciliata, segnando l’inizio di una nuova era, di quei”cieli e terra nuovi” che il Signore ha promesso. “Quando il potere dell’amore vincerà e l’amore per il potere sarà sconfitto, ci sarà la pace”, ha detto qualcuno. Infatti riconoscere i nostri limiti ed uscire dall’individualismo per impostare una vita più comunitaria aprendosi al mistero dell’esistenza che è l’altro, il quale ci è stato posto accanto per essere accolto,resta la via da seguire per credenti e non. Tutti dovremmo stare vicini alle tante croci di questa umanità: quelle che sono visibili accanto a noi e quelle lontane. Senza divisioni, né distinzioni. Visitare chi è solo, emarginato, ammalato nel fisico e nell’anima,stare accanto ai bambini abbandonati, agli immigrati in cerca di dignità… Tutto ciò vuol dire stare sotto la croce. Perché il significato autentico della Pasqua comprende anche la resurrezione dal letargo dell’indifferenza. Una Pasqua di Gesù sempre capace di rinnovare il mondo,se sapremo viverla come dono e come meravigliosa opportunità.

Ivana Fornesi