Incontro costruttivo tra cittadini, proprietà e amministrazione sui lavori di demolizione della strutturai
Lo avevamo annunciato sul nostro settimanale ed effettivamente si è tenuto (ormai una decina di giorni fa) l’incontro tra i rappresentanti del Comitato “Il faro” (ovvero il vecchio “No Biomasse a Novoleto”, che ha assunto questa nuova definizione con l’intenzione di essere “un faro” che vigila sulla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini di Pontremoli), rappresentanti dell’amministrazione (presenti il sindaco Lucia Baracchini e il capogruppo Jacopo Ferri), tecnici del Comune e Paride Manghi della ditta Aura Manghi, ovvero la società che ha acquistato l’area ex Cementi. Motivo dell’incontro: un confronto sull’andamento della demolizione della fatiscente struttura, con gli abitanti della zona che chiedevano chiarimenti sulla qualità dell’aria, vista la molta polvere sollevata dai lavori, sulle procedure seguite nello smaltimento dell’amianto e sull’eventuale presenza di questo materiale nell’area. Cominciamo con il dire che, se le parole hanno ancora un significato (poi ovviamente ci sarà anche bisogno dei fatti), non si può che evidenziare con soddisfazione come ci sia stata grande attenzione e disponibilità, sia da parte della proprietà che dell’amministrazione, alle tematiche poste dai cittadini. Ci sono state risposte articolate, in particolare da parte di Paride Manghi e del responsabile dell’ufficio tecnico comunale, ing. Roberto Bertolini. Entrambi hanno ricordato che l’iter burocratico che ha portato alla demolizione, avviato dopo l’acquisto dell’area nel novembre 2014, è stato lungo e complesso proprio in virtù dei numerosi controlli ambientali previsti per legge. Dopo una prima caratterizzazione (ovvero un saggio del sito su suolo, falde e aria) fatto dalla ditta Manghi, in cui non è emerso alcun elemento inquinante, l’Arpat ha effettuato un proprio monitoraggio nel dicembre 2016. Anche in questo caso non è stato rilevato niente di anormale nel terreno, mentre uno dei 14 piezometri (dispositivo per analizzare la composizione dei liquidi) ha segnalato in una falda acquifera un’alta presenza di manganese. Dati confermati (anche se in calo) nella seconda misurazione effettuata lo scorso 18 marzo. Si tratterebbe di un dato non preoccupante, dovuto al fatto che la falda in oggetto sarebbe una falda secca (“che non ha comunque alcun contatto diretto né indiretto con l’acquedotto pubblico” ha specificato Bertolini) in cui non vi è circolazione dell’acqua; “inoltre il manganese non è un metallo inquinante” ha precisato Manghi.
Ma il vero punto caldo del confronto è stato sulla presenza e sullo smaltimento dell’amianto nella struttura. “Partiamo dicendo che nella struttura c’era pochissimo amianto” ha sottolineato Bertolini; circa 2.700 kg: in parte nelle coperture, in alcune canale e in qualche rivestimento. Lo smaltimento è stato seguito dall’Asl; la procedura è iniziata nel giugno 2016 ed ha seguito tutte le procedure previste per legge. Il 31 gennaio 2017 è stato rilasciato all’azienda il certificato ambientale che tutto è stato eseguito in maniera corretta con la bonifica e lo smaltimento dell’amianto presente. Ora è in pieno corso la fase di demolizione (che dovrebbe durare circa 3 mesi); dopo la separazione dei vari materiali, il calcestruzzo verrà frantumato e circa il 70% di questo verrà riutilizzato direttamente per le opere di riqualificazione dell’area. Sulle polveri Manghi è stato lapidario: “Fate benissimo a lamentarvi. Sapevo che c‘erano stati dei problemi i primi giorni, ma pensavo che la situazione fosse migliorata”. Per tranquillizzare ulteriormente si è detto disponibile – “sentirò i tecnici se è possibile farlo” – a monitorare lo stato dell’area durante i lavori. Tuttavia, ha ricordato pure che tutte le analisi effettuate in precedenza da Arpat e Asl non hanno evidenziato alcun problema. Tutto bene quindi? Noi ci permettiamo un piccolo appunto: se, da un lato, c’è da registrare l’attenzione dimostrata nell’organizzare questo incontro, dall’altro non si può tacere sul fatto che comunque c’è voluto lo stimolo dei cittadini per avviare questo dialogo costruttivo tra le parti. Vero che si tratta dell’iniziativa di un privato, vero che ci sono tutti gli enti preposti al controllo, ma quando si ha a che fare con il timore dei cittadini, magari anche esagerato (anche se il recente dato dell’altissimo numero di morti per amianto in provincia farebbe pensare il contrario), bisogna cercare di dare risposte anche perché stiamo parlando della salute pubblica. Meglio tardi che mai si potrebbe rispondere, ma certo sempre tardi resta
(Riccardo Sordi)