Assegnato a Pontremoli il premio numero zero
“Giovani per l’agricoltura di presidio”
Otto i giovani premiati sabato 22 ottobre nell’ambito del “Bancarella Cucina”: difesa della biodiversità, eccellenze, risorse locali le parole d’ordine.
A Pontremoli, congrua col Premio Bancarella della Cucina, la tavola rotonda su “agricoltura di presidio” organizzata il 22 ottobre da Confagricoltura (CiA) in collaborazione con Slow Food, Comune di Pontremoli, Fondazione Città del Libro; premiati i primi giovani che in territorio provinciale hanno intrapreso attività agricole. I relatori e commissari di valutazione hanno esposto riflessioni e dati tecnici sulle realtà agricole tradizionali dei territori di montagna utili a contrastarne l’abbandono. Le aree emarginate possono trovare una significativa rivitalizzazione, con produzioni gradite ad un mercato di qualità ben diverso da quello dei grandi produttori e che danno prestigio al territorio: la Lunigiana ha queste potenzialità, lo constata Piero Tartagni presidente CiA Toscana Nord. Coniugare in un circolo virtuoso terra, tavola, libro, pensiero è stato il ragionamento della sindaca Lucia Baracchini e di Gino Tarantola della Fondazione Città del Libro. La storia ci ha consegnato una tradizione agricola lunigianese improntata alla sussistenza, basata sul castagneto e il prato, poca e temporanea l’innovazione, un conservatorismo che Germano Cavalli vede causato anche dalla situazione geopolitica con cinque Stati padroni che a breve distanza riempivano il territorio di vincoli e di dogane. Alla tavola rotonda sono stati forniti dati sulle politiche regionali da Gianluca Barbieri funzionario e Giacomo Bugliani consigliere in Regione. Le attività agricole in provincia di Massa Carrara sono diminuite del 47%, molto di più che in altre, data la maggiore marginalità. Ci sono strumenti di aiuto ma sono poco usati, poca la sinergia fra i Comuni, non soddisfacente l’impegno informativo sulle opportunità e i bandi di concorso. Il piano regionale di sviluppo ha un finanziamento di 962 milioni di cui il 30% destinato ad agricoltura e forestazione. Bisogna imparare a progettare e usare i bandi, 100 milioni sono per progetti per giovani, ci sono finanziamenti; in provincia 63 progetti sono stati finanziati per il 40% dei costi. L’impostazione culturale necessaria è credere che l’agricoltura è un bene comune, ha valore sociale, tutela l’ambiente, promuove il turismo, dove c’è agricoltura c’è minore dissesto idrogeologico, molto consistente nella nostra provincia, per questo essa ha avuto maggiori finanziamenti per opere di sistemazione, ma soprattutto bisogna lavorare sulla prevenzione di cui l’agricoltura come presidio è un punto di forza. Non perdere la tradizione va bene, ma bisogna produrre di più e quello che chiede il mercato: ci sono le basi per un risultato di sviluppo, richiedono alleanza progettuale per tutto il territorio appenninico: lo hanno ribadito un docente della Scuola Sant’Anna di Pisa e Enrico Bonari della CiA. Un progetto in corso mira a cercare di capire l’humus idoneo e costruire una filiera che dal frumento arrivi al pane in negozio. Altra potenzialità è l’allevamento bovino e ovino senza perdere vegetazione, seguendo modelli disponibili ancora poco seguiti. Il sottosegretario Cosimo Ferri ha concluso con parole di augurio e di stimolo a non demordere. I giovani premiati: Martino Lazzeroni: agricoltura valore sociale; Simone Battistini: difesa biodiversità; Alessandro Ferdani: agricoltura biologica; Elena Incerti: zootecnia; Danilo Fontanini: eccellenze alimentari. Antonio Bongi, podere Benelli, Ambra e Debora Giovannetti premio speciale rispettivamente per allevamento vacche razza pontremolese, vitigni tradizionali, imprenditoria femminile.
Maria Luisa Simoncelli