Concreto il rischio paralisi per le segherie
Il rischio paralisi per le segherie del marmo paventato la scorsa settimana nel nostro articolo sulla questione marmettola si è concretizzato. È di queste ore la notizia che Cages, la società che ritira gli scarti di lavorazione di laboratori e segherie apuane, sospenderà il servizio di ritiro della marmettola umida dal primo dicembre ad almeno il 7 gennaio. I piazzali dell’impresa sono saturi e l’azienda non è in grado di stoccare altro materiale: troppi bassa la richiesta di marmettola da parte della Venator di Scarlino (Grosseto), dopo che la multinazionale del biossido di titanio ha chiuso due delle tre linee produttive in cui gli scarti di segheria vengono trattati chimicamente e reimpiegati. Mentre le associazioni imprenditoriali stanno correndo ai ripari – con molto ritardo, dopo aver sottovalutato per mesi i rischi della vertenza Venator, secondo alcuni esperti del settore – cercando piazzali dove stoccare provvisoriamente i rifiuti speciali dei laboratori, gli effetti a cascata di questa situazione non tarderanno a manifestarsi. Da fonti consultate dal Corriere Apuano emerge che quota consistente della ventina di dipendenti Cages dovrebbe finire in cassa integrazione nel mese di dicembre, ma sospensioni della produzione e relativi ammortizzatori sociali potrebbero coinvolgere in breve tempo molte imprese del comparto della trasformazione del marmo, a partire dalle aziende più fragili. La speranza di tutti è che Venator riapre le linee produttive chiuse la scorsa estate, ma ciò sarà possibile solo quando saranno chiariti gli aspetti più delicati legati all’autorizzazione integrata ambientale per la produzione del biossido di titanio. E c’è chi prefigura che, anche nel caso Venator non se ne andasse dall’Italia, l’emergenza non terminerà il 7 gennaio e la gestione della marmettola apuana non tornerà alla normalità fino al giugno prossimo, con effetti economici e occupazionali molto pesanti per il settore.