Notizie e considerazioni tratte dal saggio “America” di Alistar Cooke
L’esame del gruppo sanguigno di tutti i nativi americani li dichiara del gruppo O, il dato scientifico smentisce teorie precedenti che li dicevano originari della Siberia, dove predomina il gruppo B come in tutta l’Asia.
L’America è abitata dall’uomo da 15 millenni, vi praticava l’agricoltura e la caccia, viveva stanziale o nomade in villaggi di capanne (“canada” in lingua inuit). Le culture erano numerose, diversificate, alcune centinaia le lingue.
Dopo Colombo non ha avuto soste l’avventura di esplorare, conquistare, colonizzare le “Terre Nove” americane.
Per prima fu la Francia a portare il suo dominio sull’estremo nord. Appena 12 anni dopo il primo viaggio di Colombo del 1492, i pescatori bretoni cominciarono dalle coste del Labrador a penetrare all’interno e a conoscere tribù autoctone ricchissime di pellicce, si aprì un vero e proprio commercio quando i francesi entrarono nel golfo del fiume San Lorenzo e svolsero funzione di avanguardie dell’espansione francese al nord del continente.
Il dominio coloniale lo resero possibile quattro esploratori: il fiorentino Giovanni da Verrazzano, i francesi Cartier, Champlain, La Salle.
Come Colombo pensava di andare ad Est in Asia navigando verso Ovest, data la sfericità della Terra; il re di Francia Francesco I finanziò l’impresa di cercare un passaggio a nordovest e raggiungere più in fretta l’Asia. Il passaggio non fu trovato perché non c’è.
La sterminata distesa di paludi, pianure, fiumi, tundre era abitata da tribù indiane, Champlain vi fondò nel 1608 Quebec, ancora oggi capoluogo di una provincia francofona del Canada diventato inglese a tappe nel sec. XVIII; si alleò con gli Algonchini e gli Uroni per sconfiggere gli Irochesi che era la federazione di cinque tribù, le più ostili ai bianchi, i quali però presto li sterminarono.
Gli inuit (noi li diciamo esquimesi) sono il gruppo più numeroso di indigeni del Canada, la loro capitale è Iqaluit, oltre il circolo polare artico, visitata dal papa sofferente nell’ultimo giorno del suo viaggio penitenziale.
Nei mari alquanto freddi tra l’isola di Terranova, il bacino del Labrador, la Groenlandia ci piace immaginare di inseguire insieme a capitano Achab la balena Moby-Dick che Melville, l’autore del grande romanzo, ci presenta: simbolo del male o invece del benefico candore della natura?