
Dipendenze: il punto della situazione con Carolina Bianchi, direttrice dell’unità funzionale di Aulla. Servizi di cura e prevenzione al centro delle attività del Ser.D.
Trecentotto utenti nei primi 9 mesi del 2021: è il numero delle persone in carico ai Servizi per le Dipendenze (Ser.D.) della zona Lunigiana. Di questi, 163 sono i tossicodipendenti, 97 gli alcool-dipendenti, 33 i tabagisti e 16 i dipendenti dal gioco d’azzardo. A seguirli è l’unità funzionale dell’Asl Nord-Ovest nella sede di Aulla, diretta dallo scorso aprile dalla dottoressa Carolina Bianchi. Le statistiche, pubblicate la settimana scorsa, sono servite a fare il punto della situazione dopo il periodo del lockdown e delle zone rosse, in cui l’unità funzionale di Aulla ha visto ridurre sia il numero dei soggetti assistiti (nel 2020 i pazienti in carico sono stati 282), sia il volume delle attività di prevenzione. “Il numero di persone in carico è in linea con quello degli altri distretti dell’Asl Nord-Ovest, se li confrontiamo con la popolazione residente”, esordisce la dottoressa Bianchi nel colloquio che ha avuto con Il Corriere Apuano, che aggiunge: “non sono comunque numeri trascurabili”. In una Lunigiana che non può dirsi isola felice o fare finta di nulla, il lungo periodo pandemico ha reso difficili gli interventi di cura e di prevenzione. Le restrizioni alla circolazione hanno scoraggiato molti utenti o a cominciare i percorsi terapeutici proposti dal Ser.D. “Le nostre terapie non possono essere fatte a distanza e molti nuovi pazienti hanno scelto di non venire, di fronte all’eventualità di un controllo in strada in cui riferire che ci si stava recando presso la nostra struttura” ha chiarito la responsabile del servizio del Quartiere Gobetti di Aulla.

“Dall’altro lato – prosegue Bianchi – abbiamo riscontri che il periodo del lockdown può avere cambiato il profilo degli utenti. La letteratura nazionale evidenzia un aumento dei consumi di alcool e del gioco online, verificheremo nei prossimi mesi se la Lunigiana è in linea con questa tendenza”. E sul fronte delle sostanze stupefacenti? “Per il momento ai servizi di cura offerti dal Ser.D. accedono soggetti con dipendenze da sostanze come eroina, cocaina, cannabinoidi – spiega la dottoressa – ma la nuova frontiera che preoccupa è quella delle droghe sintetiche: sostanze neurotossiche, che si acquistano su canali del deep internet in perfetto anonimato: sono sostanze con effetti dannosi rispetto alle quali non vi sono trattamenti farmacologici per contrastarne gli effetti né percorsi assistenziali specifici; in fase acuta si trattano in pronto soccorso con farmaci sintomatici”. Occhi puntati anche sulla tipologia di utenti che passano per l’Unità funzionale di Aulla. “L’età media di accesso al servizio negli anni si è progressivamente ridotta; attualmente la fascia di età più rappresentata tra i nuovi utenti è quella che va da 20 a 39 anni. Prendendo gli utenti nel loro complesso, la fascia di età maggiormente presente è 35-54 anni. Età maggiori si riscontrano per gli alcoolisti o per gli eroinomani, che stanno in carico per lungo tempo”. Ma la dottoressa Bianchi evidenzia un altro aspetto relativo all’utenza del Ser.D.: “tra l’insorgere della dipendenza e la richiesta di intervento possono passare molti anni, talvolta 6 o 7. In altri casi, penso ad esempio ai soggetti segnalati al Servizio dalla Prefettura per possesso di sostanza in modica quantità, serve spesso un lungo periodo per convincerli, se c’è bisogno, a fare un percorso terapeutico”. Il fattore tempo è quindi cruciale nel successo della terapia. Ma giocano un ruolo fondamentale anche la prevenzione e l’informazione, altro campo di intervento dei Servizi Dipendenze, assieme alla Società della Salute – di cui il Ser.D. è uno dei servizi specialistici – e alle istituzioni del territorio. “Sul tema delle dipendenze c’è molta disinformazione o falsa informazione” denuncia Bianchi. “E non parliamo solo delle giovani generazioni. Gli adulti che si trovano ad affrontare in famiglia problemi di dipendenza sono spesso impreparati o impotenti. Coinvolgerli in azioni informative è importante”. Proprio per questo il Ser.D. Lunigiana si sta attivando per riavviare i percorsi di prevenzione interrotti con la pandemia. Si riparte soprattutto da bambini e adolescenti, che, oltre a essere i soggetti più a rischio nell’ambito dell’uso/abuso di sostanze e dell’approccio alle dipendenze comportamentali, sono i gruppi più vulnerabili in questo momento. “I protocolli anti-covid ci impongono per il momento di non operare in presenza – prosegue la dottoressa – ma stiamo ripartendo con i nostri progetti di educazione e promozione alla salute. Sono le stesse istituzioni scolastiche a chiederci di collaborare: abbiamo già ricominciato a farlo, come abbiamo fatto in passato”.
(Davide Tondani)
Prevenzione in strada lo scorso week end a Massa. Nei prossimi mesi si replica in Lunigiana
Nelle serate dello scorso fine settimana, in piazza Mercurio a Massa, nel cuore della “movida” del capoluogo apuano, gli operatori specializzati del Coordinamento Toscana Comunità di Accoglienza (CTCA), del Servizio delle Dipendenze (Ser.D.) di Massa e della Comunità Monte Brugiana, hanno fatto un’attività informativa per i giovani, ma anche per la cittadinanza, sui rischi connessi alla movida notturna giovanile. Le attività di prevenzione puntano ad incontrare le persone nei loro luoghi di vita e di svago, soprattutto in quei centri di aggregazioni che si sono affermati in questi anni in tutta Italia: le “movide”, cioè le zone delle città in cui la concentrazione di bar e pub assembra larga parte della realtà giovanile. Un fenomeno che ha portato con sè numerose problematiche, dal consumo eccessivo di alcool e stupefacenti, alle risse, talvolta con conseguenze pesantissime, fino agli scontri con le forze dell’ordine. Le cronache recenti hanno messo in luce episodi di questo tipo anche a livello locale: nel centro storico di Massa, a Marina di Carrara, a Pontremoli. All’interno di un gazebo mobile è stato allestito uno spazio dove i giovani della movida notturna hanno potuto effettuare gratuitamente e anonimamente l’alcol test, consultare materiale informativo e ricevere consulenza gratuita da parte di operatori sociali esperti nella promozione della salute. “Non solo azioni di repressione pertanto – ha dichiarato il responsabile dell’area delle Dipendenze dell’ASL Toscana nord ovest Maurizio Varese – ma momenti formativi e informativi, di incontro e scambio, in cui il divertimento diventa tale perché agito con responsabilità, limitando o evitando comportamenti a rischio e criticità derivanti dal consumo di alcol e sostanze psicoattive”. L’attività dello scorso week end a Massa verrà replicata. “Stiamo progettando – ha confermato la dottoressa Bianchi nel colloquio con il nostro settimanale – un’attività simile in Lunigiana, probabilmente a Pontremoli, che al momento è il maggior polo di aggregazione giovanile della vallata, per incontrare i giovani e potere intraprendere con loro una seria attività di prevenzione”. (d.t.)