Mons. Russo: “Un impegno planetario per bandire ogni forma di odio”

Mons. Russo (Cei): “Le pulsioni antidemocratiche si curano con la responsabilità”

Mons. Stefano Russo, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana
Mons. Stefano Russo, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana

“Auguro che finalmente possa esserci un’inversione di tendenza rispetto al clima di sfiducia generale verso le istituzioni”: così il segretario generale della Cei, mons. Stefano Russo, apre l’intervista rilasciata a Riccardo Benotti di Agenzia Sir, augurando anche che “la cultura della responsabilità possa essere la medicina per curare le ‘pulsioni antidemocratiche’, registrate dagli ultimi Rapporti sul Paese, e la strada per ri-costruire il consenso verso le istituzioni”.
Spiega, poi, le ragioni che hanno indotto la Chiesa italiana a promuovere un incontro di spiritualità, a Bari, con tutte le Chiese che si affacciano sul Mediterraneo. L’appuntamento, frutto di una intuizione del card. Bassetti, presidente Cei, “ha radici profonde: incarna la visione profetica di Giorgio La Pira che, dalla fine degli anni ‘50, aveva ispirato i Dialoghi mediterranei e aveva anticipato lo spirito che avrebbe soffiato sul Concilio Vaticano II”.
Oggi c’è la possibilità di iniziare a mettere in pratica quella visione attraverso un laboratorio impostato sullo stile sinodale, “come stile di vita da lasciar trasparire nella stima vicendevole, nella gratitudine, nella cura delle relazioni”. Sul grande tema dei cambiamenti climatici, che ha caratterizzato l’anno appena concluso, mons. Russo sostiene che “in un certo senso, la Chiesa italiana ha anticipato i tempi: sono quindici anni che viene celebrata la Giornata nazionale per la Custodia del Creato”.
Ciò che emerge dai giovani “non è un semplice impegno passeggero, ma una vera e propria richiesta su cui, magari, imbastire quel dialogo generazionale che permetterà di ricomporre la società e di pacificarla in tutte le sue sfaccettature”.
Ricordando quanto Papa Francesco scrive nell’enciclica Laudato si’, aggiunge che “la crisi ambientale richiede un approccio ampio, integrale, che comprenda le dimensioni umane e sociali. Si tratta di elaborare progetti virtuosi che mettono in chiara evidenza la necessità di educare a un grande senso di responsabilità verso tutto ciò che ci circonda”. Invitato a dare una lettura delle diverse forme d’odio presenti nel mondo e che sfociano spesso in fatti drammatici, il segretario generale della Cei non ha esitazione a sostenere che “qualsiasi persona dotata di buon senso e di apertura verso l’altro non può non essere preoccupata per l’acuirsi di tutte le forme di odio”.
E non ne fa una questione legata alla religione: “ad essere messo in discussione è il concetto di umano”. È preoccupante “la sottovalutazione che molto spesso si dà ai discorsi di odio e a tutte le forme di malvagità più o meno celate”. Il male che serpeggia nelle nostre società, le ferite e le lacerazioni che ogni attentato lascia dietro di sé, sono drammi di cui non sempre c’è adeguata coscienza: “Forse, è giunto il momento per un grande movimento planetario per bandire qualsiasi forma di odio. Ecco, mi auguro che il nuovo anno porti l’input per questo cambiamento mondiale”.
Preoccupa anche quanto sta accadendo in Europa, in riferimento alla Brexit. “Il lungo percorso verso l’unità europea – dice mons. Russo – ha dato pace ai nostri popoli, facendo da sfondo necessario per decenni di democrazia, diritti e sviluppo economico e sociale. Se questa unità s’incrina, significa che qualcosa non ha funzionato: Brexit andrebbe colta, da parte dei Paesi membri dell’Ue, come un segnale, una sollecitazione a una revisione interna”. L’impegno dovrebbe essere quello di darsi da fare per “rendere le istituzioni comunitarie più efficaci e democratiche e per avvicinare gli stessi cittadini al grande progetto dell’unità europea”.