Il Vescovo Giovanni in Cattedrale la sera dell’Epifania: “accogliere Gesù come liberatore dal male e dalla morte”
Il vescovo Giovanni Santucci, durante il tempo natalizio ha presieduto le principali celebrazioni nella Basilica Cattedrale di Massa, nella Concattedrale di Pontremoli e, il giorno di Natale, nel Duomo di Carrara. Un vero e proprio tour de force per non fare mancare a nessuno l’annuncio del Natale: “Il Verbo si è fatto carne ed ha posto la sua dimora in mezzo a noi”.
Intense sono state le omelie pronunciate nelle diverse circostanze, unite però da un motivo di fondo che ritorna spesso nel magistero episcopale: la prossimità di Dio e la novità assoluta che il Vangelo propone all’uomo di ogni tempo. L’ultima celebrazione del calendario natalizio si è svolta in Cattedrale a Massa la sera dell’Epifania. Presenti anche i “Re Magi” del Centro internazionale francescano per “Pace dei popoli” di Massa che hanno voluto omaggiare i presenti con il dono di alcune leccornie e con un testo che racconta la loro storia. Dopo la Messa hanno proseguito il cammino verso l’Ospedale Pediatrico Apuano per incontrate i bambini malati che lì vengono amorevolmente curati. Il Vescovo Giovanni durante la Messa ha spiegato il significato della festa dell’Epifania nella tradizione cristiana ed è ritornato sui temi a lui cari.
“Epifania – ha detto – significa manifestazione: è la solennità che rivela al mondo la verità del bambino che è nato a Betlemme. In questa festa ricordiamo i momenti, gli avvenimenti che manifestano la divinità di Gesù”. Il Vescovo ha poi proseguito elencando alcuni momenti rivelativi della natura di Cristo.
“L’adorazione dei magi che, guidati dalla stella, hanno cercato il Re dei giudei e, di riflesso, attraverso loro, anche Erode e tutta Gerusalemme hanno saputo della nascita di questo bambino. Ricordiamo poi il Battesimo del Signore, chiesto a Giovanni nelle acque del Giordano quando è lo stesso Padre, Dio, che dal cielo fa udire la sua voce Questi è il mio figlio unigenito: ascoltatelo! E lo Spirito Santo discende su di lui, come una colomba. Ricordiamo poi le nozze di Cana in Galilea, il primo miracolo di Gesù che cambia l’acqua in vino. I suoi discepoli videro e credettero in lui. Dunque Epifania significa manifestazione: l’agire di Dio nel mondo, nella vita, nella storia, si vede e si riconosce”.
A questo punto mons. Santucci ha illustrato come è “l’agire di Dio nella storia”. “È umile e non appariscente, ma non è invisibile. Chi scopre la presenza di Dio nel mondo? Chi la cerca. È sempre stato così e sarà sempre così. Ci sono tanti modi di pensare la vita, di guardare al domani, di affrontare gli eventi che ci riguardano. Ci sono tante soluzioni alle difficoltà e ai problemi. Ci sono tanti modi di fare le cose che devo fare. La scelta, la decisione è mia. Io sono il protagonista della mia avventura di vivere. E vivere non è facile per nessuno. La fede che abbiamo non ci permette di lasciare le cose come sono. Se abbiamo accolto Gesù come il Figlio di Dio, fatto uomo, non possiamo vivere come se lui non ci fosse, lasciando il Vangelo da parte, come un optional, la preghiera come un momento della giornata, la liturgia e i sacramenti come un gesto della domenica. Rischio così di trovarmi fuori, ai margini della vita. Il vangelo è vita nuova, è rifiuto di vivere secondo le regole del mondo, è chiudere con l’egoismo e la violenza, con l’indifferenza, con la preoccupazione di me stesso. Il Vangelo è missione. Cosa vuoi Signore da me? Cosa posso fare per ché le persone intorno a me ti conoscano e vivano secondo la tua volontà?”.
Se dunque il Vangelo è missione, conclude il Vescovo, occorre fare come hanno fatto i magi e i discepoli “aiutare le persone ad aprire gli occhi su una ‘Parola fatta carne’ che riporta l’uomo, ciascuno di noi, ad accogliere Gesù come salvatore, come liberatore dal male e dalla morte”.