Strage a Las Vegas: gli Stati Uniti sono sconvolti dal gesto disumano

Las Vegas: la strage compiuta da quello che si pensa fosse un folle isolato: 59 morti e oltre 500 feriti

37Las_VegasLas Vegas e l’intera America sotto choc per la strage compiuta da quello che, al momento, è considerato un folle isolato, e che ad oggi risulta la più cruenta nella storia degli Stati Uniti. La conta dei morti si attesta per ora a 59 (più di 500 i feriti) e pian piano a ciascun volto si è potuto associare un nome. L’impressione è che la violenza, sia essa di origine personale, politica, ideologica, religiosa, non possa essere arrestata.
È così che nel Paese da tempo attraversato dalla polemica sulla vendita e la detenzione delle armi, si allunga, questa volta in modo veramente inspiegabile, la scia di vittime di sparatorie riferibili ad un teatro di guerra, non di certo ad una qualsiasi città (sia pure con le dubbie caratteristiche sociali e morali che contraddistinguono Las Vegas) di un Paese in pace.
I fatti sono noti. Le vittime dell’eccidio che domenica notte ha colpito la capitale del Nevada erano tra i tanti (circa 30mila) arrivati per il festival di musica country che ogni anno riunisce migliaia di appassionati. È su di loro che, nel giardino adiacente il Mandalay Bay Hotel, ha aperto il fuoco Stephen Paddock, scaricando un arsenale dotato di ben 23 fucili, alcuni automatici e silenziati. Una vera e propria guerra personale di cui la polizia e l’Fbi faticano, ancora, ad individuare ragioni e moventi, escludendo, per ora, la presenza di complici e il riferimento ad un attacco terroristico, anche l’Isis si è affrettata ad arruolarlo tra i suoi “soldati”.
Dato l’alto numero delle persone coinvolte, molte e commoventi sono le testimonianze di coloro che sono riusciti a salvarsi dalla gragnuola di colpi esplosi dal 32° piano dell’albergo. Due ragazze hanno trovato una bambina sola e senza curarsi di rallentare la loro corsa, l’hanno presa tra le braccia e messa in salvo. Un papà, compresa la gravità della tragedia, si è sdraiato sul corpo dei suoi due bambini per proteggerli. Lunedì pomeriggio, 2 ottobre, una veglia laica ha avuto luogo davanti alla City Hall di Las Vegas; ad essa sono intervenuti, assieme a diversi pastori di Chiese riformate e rappresentanti di comunità religiose, anche alcuni senatori e il sindaco.
Nella cattedrale cattolica dedicata agli Angeli custodi, il vescovo di Las Vegas, mons. Joseph A. Pepe, ha voluto celebrare una veglia interreligiosa e ha invitato le persone di tutto il mondo ad unirsi a questo momento di comunione per dire basta alla violenza. La sanguinosa sparatoria di Las Vegas ha riaperto il dibattito sulla vendita di armi: tema controverso che trova sostegno nel secondo emendamento della Costituzione ma che di fatto, soprattutto dopo gli eccidi degli ultimi anni, vede un mercato sempre più in crisi e un’opinione pubblica fortemente critica verso le lobby delle armi. La portavoce della Casa Bianca, Sarah Huckabee Sanders, ha dichiarato che il presidente continua a supportare il secondo emendamento e che il momento non è opportuno per aprire dibattiti sul possesso delle armi.