Sabato 11 febbraio. Due libri uniti dal tema della donazione materna presentati a cura dell’Associazione “Scienza & Vita”
Ogni anno viene assegnato a Pontremoli il Premio Letterario Nazionale “Donna è vita” con storie vere di madri esemplari nell’accoglienza e nel dono della vita agli altri. Sabato 11 febbraio ha vinto il libro Semplicemente una mamma (ed. San Paolo) di Annalisa Sereni, che ha ricevuto un’artistica opera in vetro di Gianni Celano Giannici.
Il presidente Christian Ricci ha insistito sul valore dell’accoglienza vivendo la vita nel concreto della sua realtà, senza la pretesa di essere perfetti. Semplicemente una mamma accoglie un figlio, anche se portatore di sindrome di Down. Annalisa ha già accolto altri sei figli, non fa differenza che uno abbia particolari situazioni, lei gli ha donato la vita, lo ama perché è persona a prescindere dalla sua corporeità. È persuasa che due siano gli inganni che vengono professati: uno è considerare lecito l’aborto perché legale, ma l’equazione tra liceità e legalità non è sempre vera; l’altro è il diritto alla felicità. Tutto può accadere, è l’amore accogliente che garantisce il senso della vita. Certamente nascono domande su come gli altri figli possano accogliere in famiglia un fratello con difficoltà a cui dovranno pensare loro dopo la morte dei genitori. La risposta sta nella preparazione all’amore contro l’egoismo, sta nel vedere segni di provvidenza, che ci sono e danno fiducia.
Un altro libro presentato è la storia di un’altra “madre”, non biologica ma vera e totale Madre Teresa (ed. Piemme) del noto giornalista Renato Farina, che ha intervistato quel “piccolo uccellino con gli occhi grandi che si piega sui sofferenti” di nome S. Teresa di Calcutta (una sua statua è stata benedetta nella cappella del SS. Sacramento nel Duomo di Pontremoli). Farina parla della “notte della fede” vissuta da Teresa, che attraversò periodi di buio senza credere; ma senza perdere il desiderio di amare, di fare di più, di combattere contro la sterilizzazione delle donne in India, di nuovo illuminata dalla fede. Davanti ai potenti della Terra nell’assemblea dell’ONU lei era la più potente perché aveva la potenza dell’amore, che genera pace, verità riconosciuta anche col Nobel. Ricevendolo a Oslo affermò che non ci sarà pace nel mondo finché ci sarà l’aborto e che significato della storia è la misericordia. La mano di Teresa è la mano di Gesù nascosto nel più povero dei poveri. Una frase scritta per Renato Farina ma di valore universale è: “Se vuoi cambiare il mondo, vai a casa e ama la tua famiglia” perché l’amore è diffusivo. Una vita santa, un progetto non facile, che è costato persecuzione e maltrattamenti, che continuano contro le sue suore.
(m.l.s.)