Riflessioni sulla babele delle stagioni

La settimana trascorsa, apparentemente fin troppo tranquilla dal punto di vista atmosferico, nasconde in realtà una serie di eventi che confermano l’accelerazione del riscaldamento globale. Notizie in tal senso vanno ricercate attingendo a fonti serie e autorevoli che diramano dati ufficiali.
Si tratta di informazioni che vanno oltre “l’orticello domestico” e che offrono una visione generale e non solo quel che ognuno può sperimentare nel luogo in cui vive. Una panoramica del complesso sistema climatico, quindi, del suo stato a livello planetario, naturalmente con un occhio rivolto pure alle singolarità puntuali che, tutte insieme, determinano lo scenario nuovo che si sta vivendo.
Negli ultimi anni, considerando l’ambito della temperatura, la prevalenza di notizie di record di caldo rispetto a quelle relative a record di freddo può dirsi schiacciante. E con la temperatura globale in aumento, tutto quel che ne consegue: fusione della neve anticipata, ghiacciai in ritiro, salinità degli oceani alterata dalla maggior quantità di acqua dolce che ricevono.
Recenti studi sono tornati a trattare della circolazione oceanica dell’Atlantico e delle possibili ripercussioni su quel “nastro trasportatore” importantissimo che è la Corrente del Golfo. In soldoni, mentre è facile e spontaneo godersi il tepore dei pomeriggi di fine inverno quando febbraio si comporta come quest’anno, c’è chi giustamente segue con preoccupazione il moltiplicarsi di segnali che restano più sotto traccia.
Riportando tutto il discorso al nostro piccolo microcosmo lunigianese, l’ennesima settimana invernale priva di eventi eclatanti è andata in archivio facendo lievitare la temperatura media di febbraio a più di 8°C, fatto accaduto soltanto nel 2014, 2007 (8,1°C) e nel 1966 (8,2°C), che fu e per ora resta il febbraio più mite della serie storica disponibile, prossima a raggiungere il centenario.
E’ ormai questione di pochi giorni e si vedrà se pure febbraio, che vanta un primato di temperatura media mensile che resiste da 57 anni, l’unico rimasto a tenere testa agli ‘attacchi’ del global warming, capitolerà oppure no al nuovo corso.
Non è detto che possa farcela poiché, a dispetto dell’avanzare cronologico verso il cambio di stagione, che dovrebbe recare temperature in aumento, nei prossimi giorni è previsto una fase di tempo più perturbato e un tantino più freddo.
Le temperature massime, pertanto, accuseranno un sensibile calo rispetto ai valori anomali registrati nella settimana che si è conclusa. Il sereno non ha trionfato per l’intera finestra dal 13 al 19, però il soleggiamento è stato generoso a sufficienza anche nei giorni a cielo misto e l’aria asciutta ha dato buon gioco alle marcate escursioni notte-dì, contenendo su valori abbastanza bassi le temperature minime; la notte, infatti, la discesa dei termometri si è rivelata sempre decisa e, all’alba, più volte è comparsa la brina, specie in campagna.
Non sono stati raggiunti picchi eccezionali di temperatura massima essendo mancato il foehn: tuttavia, la soglia dei 20°C a metà febbraio resta un dato di una certa ‘levatura’.

a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni