Il Regno: un tesoro nascosto

Domenica 30 luglio – XVII del Tempo Ordinario
(1Re 3,5.7-12; Rm 8,28-30; Mt 13,44-52)

Le ultime tre parabole, il tesoro nascosto, la perla preziosa e la rete gettata in mare, ci parlano della gioia che deriva dalla scelta drastica fatta per il Regno e del giudizio finale che è di esclusiva competenza di Dio.
1. Il tesoro nascosto. Le parabole del tesoro e della perla partono da situazioni diverse ma giungono a conclusioni uguali. Nel caso della perla si tratta di un ricco mercante che va in cerca di perle preziose; ne ha già una certa quantità, ma con sorpresa un giorno vede una perla di straordinario valore e senz’indugio vende tutti i suoi averi per comprarla.
Nel caso del tesoro nascosto invece si tratta di un uomo che non cerca nulla ma la sorte gli fa trovare in un campo altrui un tesoro, ne riconosce la preziosità e quindi, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Nella letteratura classica greco-romana come nel mondo giudaico si amava raccontare storie di tesori sepolti e ritrovati: inaspettatamente un uomo arando un campo scopre un tesoro, una cassetta o un vaso di terracotta pieno di monete, d’oro o d’argento.
Il fortunato scopritore è preso soltanto dalla preoccupazione di entrare in possesso del tesoro, pertanto vende tutto per acquistare il campo e quindi il tesoro.
Non dobbiamo chiederci se il suo comportamento sia immorale: nei vangeli abbiamo tratti analoghi nelle parabole dell’amministratore infedele e del giudice iniquo. La gioia per la fortunata scoperta gli ha messo le ali, e chi non avrebbe agito come lui?
2. La nostra scelta per il Regno. Sia che ci riteniamo soddisfatti di ciò che siamo o abbiamo, sia che stiamo cercando ancora qualche cosa che ci appaghi, il Signore ci offre il suo Regno, e di fronte alla sua preziosità tutto ciò che possediamo impallidisce!
Le due parabole mettono bene in evidenza il fatto che tanto il primo uomo come il mercante hanno avvertito immediatamente l’immenso valore di ciò che trovano e hanno colto il momento favorevole, senza pensarci su due volte.
Sicuri di fare un buon affare, pieni di gioia hanno venduto ogni cosa pur di ottenere quanto hanno trovato. La loro scelta immediata è stata dettata da vera saggezza e ha procurato loro gioia!
3. Il giudizio è solo di Dio. Di fronte al Signore abbiamo due strade: conservare le nostre sicurezze mondane e preferirle a Gesù, oppure lasciare che la scoperta di un bene più prezioso ci colmi talmente il cuore di esultanza da abbandonare tutto il resto. La gioia è il segno del tesoro trovato.
Quando incontriamo un cristiano o un religioso malcontento e maldicente, ci viene spontaneo interrogarci se veramente per lui c’è stato l’incontro con il Signore.
Il mondo è fatto di buoni e di cattivi; se noi vogliamo essere tra i buoni, liberiamoci con gioia di ogni cosa e accogliamo al volo, senza esitazione, il momento dell’incontro per il Regno, lasciando a Dio la preoccupazione di giudicare ciascuno nell’ultimo giorno.

† Alberto