Nel posto del male (le cose a posto)

Domenica 3 aprile – V di Quaresima
(Is 43,16-21 – Fil 3,8-14 – Gv 8,1-11)

Come quando porti una donna sorpresa in adulterio davanti a Gesù; evidenza del male. Non ci possono essere discussioni. Lo so, qualcuno si sta servendo di lei per incastrare Gesù, ma qualcuno ci credeva davvero. Credeva che Gesù stesse smantellando ogni legge, che stesse relativizzando il bene e il male, che rendesse tutto lecito. Qualcuno credeva davvero che Gesù stesse distruggendo il passato e le sue leggi e le sue tradizioni. E allora porta l’evidenza dell’errore davanti ai suoi occhi. Una donna indifendibile. Cosa fare davanti all’incarnazione dell’errore? Gesù non dice nulla, scrive per terra, dilata il tempo. E la prima cosa che si capisce leggendo questa pagina è la signoria di Gesù, non si lascia trascinare dagli eventi. Non ha urgenza di rimettere le cose a posto, non ha paura del mondo, non ha paura del male, non ha paura di essere giudicato, non ha paura dell’errore. Non ha paura. Si prende il tempo, non si lascia schiacciare dalle cose. E questo mi mette in crisi. Gesù non ha paura di niente. Ha il cuore custodito Altrove. Quando invece vince l’atteggiamento da scriba o da fariseo invece nasce sempre l’urgenza di ordine. Ordine e disciplina, per coprire la nostra paura. Ordine e chiarezza per rimettere le cose a posto.
Ma quale è il posto vero delle cose? E soprattutto quale è il nostro vero posto? Questo chiede Gesù. Scribi e farisei insistono. E allora Gesù prende quella violenza che sente attorno a lui è fa una cosa bellissima, una di quelle che ti cambia la prospettiva per sempre: sposta l’attenzione. Chiede un passaggio di responsabilità. Chiede di esporsi. Non è azione risolutiva, vedremo, non sconfigge la violenza, ma aiuta la conversione dello sguardo, primo passo: responsabilità. Chi di voi è senza peccato? Che è come dire: tu rispetto all’errore da che parte stai? Quale posto occupi? Il male c’è e ci sarà sempre, non possiamo vivere come se non ci fosse, non possiamo immaginare un mondo senza male quindi la domanda vera diventa: tu da che parte stai? Stai dalla parte di chi scaglia pietre? E cosa credi di fare, di seppellire il peccato? Stai dalla parte di chi crede di sapere sempre da che parte stia la verità? Da che parte stai tu? Sì, “tu” e non “voi”, con un “chi” Gesù sfila fuori le identità personali dal mucchio. Nel mucchio la mia pietra si mischia con altre pietre ma quello è un gioco vigliacco. La domanda vera, quella che arriva a scuoterci anche oggi è “io da che parte sto rispetto al male?”

don Alessandro Deho’