Sradicato in occasione dell’alluvione del 2011, rinasce con un intervento da 80 mila euro
L’antico lavatoio di Mulazzo la sera del 25 ottobre 2011, venne portato via dalla furia dell’acqua. Dopo dieci anni, è stato riconsegnato alla cittadinanza, a sanare una ferita aperta nella popolazione. Il Comune di Mulazzo, grazie al sostegno della Regione Toscana e con il prezioso contributo di Federbim, (che ha messo a disposizione 25mila euro) ha potuto restituire ai cittadini un luogo di importanza storica e culturale. “Sono orgoglioso di restituire alla popolazione questo luogo – ha detto il sindaco Claudio Novoa -, simbolo di unione e comunanza delle persone. Il progetto ha uno spirito conservativo, con l’obiettivo di recuperare antiche usanze e tradizioni.
Allo stesso tempo il risanamento dell’antico lavatoio deve essere un messaggio di attenzione all’ambiente, di rispetto della natura e un esempio perché certi errori non si ripetano”. Molto sentita anche la dichiarazione dell’assessore regionale Monia Monni che non ha potuto partecipare. “Per Mulazzo questo è molto di più di un semplice lavatoio – ha scritto in una nota -, è un simbolo della rigenerazione di un territorio che torna a vivere dopo la drammatica alluvione del 2011. Da sempre, infatti, questo è il luogo di socializzazione e di incontro dei cittadini di Mulazzo, una funzione che purtroppo non poteva più svolgere e che oggi torna ad avere”. Il recupero è stato curato dall’architetto Gianluca Panichi, che ha pensato a qualcosa di diverso. Oltre a interventi di pulizia e messa in sicurezza dell’area, sono state ripristinate la presa della fontana e del lavatoio, realizzate una nuova rete impiantistica per acqua e illuminazione pubblica, ridefinendo infine gli spazi con opere in calcestruzzo che integrassero le parti distrutte dell’antico lavatoio e della fontana. Per un totale di circa 80mila euro. “L’evento alluvionale – ha commentato l’architetto – ha cancellato in modo quasi indelebile lo storico complesso, si è reso necessario ripensare a un recupero funzionale dei manufatti preesistenti e della fontana, mantenendo però memoria dell’evento calamitoso che ha fortemente segnato il territorio”. Pietra, acciaio corten, arredi urbani, piante e una giusta illuminazione a led oggi rendono questo angolo di Mulazzo un nuovo punto di ritrovo e aggregazione sociale. (Monica Leoncini)