Nessun dubbio su matrimonio e famiglia

41editorialeNelle intenzioni del regista il documentario “Francesco” doveva essere un viaggio dentro le questioni più urgenti e drammatiche del XXI secolo – economia, migrazioni, profughi, guerre, disuguaglianze di genere, crisi climatica, omosessualità, xenofobia – attraverso l’azione e la parola di Papa Francesco; invece tutto si è concentrato attorno ad un solo argomento, una sola frase: “Le persone omosessuali hanno diritto a stare in famiglia, sono figli di Dio. Nessuno può essere espulso da una famiglia e non gli si può rendere la vita infelice per questo. Quello che dobbiamo fare è una legge di convivenza civile, hanno il diritto di essere coperti legalmente”.
Molti hanno apprezzato, tanti hanno gridato allo scandalo. È opportuno ricordare che si tratta di un documentario e che è un insieme di interviste, di spezzoni di viaggi, di incontri con altre persone. È altrettanto opportuno ricordare che quando il Papa parla, non si rivolge solo agli italiani, è il Papa della Chiesa universale. Le affermazioni contenute in quelle poche frasi vanno anche poste nel loro contesto.
Per noi suona strana la frase “hanno diritto di stare in famiglia” ma in America Latina spesso i giovani omosessuali vengono cacciati da casa. Papa Francesco stava rispondendo ad una domanda di una giornalista messicana che gli aveva posto il problema. Non ci dovrebbe essere nulla da eccepire.
Per quanto riguarda “la legge di convivenza civile” il tema è più caldo, ma va ricordato che il dibattito nella Chiesa non è una novità. Già Giovanni XXIII aveva ricordato che bisogna distinguere tra il peccato e il peccatore e dopo il Concilio Vaticano II la condanna non riguarda più la persona, ma i suoi comportamenti.
Nella Lettera sulla pastorale delle persone omosessuali (1986) – approvata da Giovanni Paolo II e firmata dall’allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, card. Joseph Ratzinger – per la prima volta c’è una apertura alla collaborazione “con le scienze psicologiche, sociologiche e mediche” per approfondire la comprensione di tali problematiche.
Il numero 2358 del Catechismo della Chiesa Cattolica (1997) – approvato da Giovanni Paolo II – dice: “Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione”.
Papa Francesco non ha alcun dubbio sul significato del matrimonio e sull’idea di famiglia: la lettera Amoris Laetitia dovrebbe bastare a tal proposito. Ma non ci si può fermare alla sola lettura. Che cosa significa “accogliere con rispetto, compassione, delicatezza”, “senza discriminazione” per persone che sono Figli di Dio?

Giovanni Barbieri