Il candidato del Centrosinistra ottiene il 48,6% e prevale nettamente su Susanna Ceccardi (Lega) ferma al 40,4%

Vince Eugenio Giani: il candidato del Partito Democratico a capo della coalizione di centrosinistra è stato premiato con il 48,6% dei voti che gli consente di prevalere nettamente su Susanna Ceccardi (Lega) candidata del centrodestra che non è andata oltre il 40,4%. Abissali i distacchi inflitti agli altri candidati: Irene Galletti del Movimento 5 Stelle ottiene il 6,4%, mentre Tommaso Fattori con il 2,2% è lontano dalla soglia di sbarramento e la sua “Toscana a Sinistra” resta fuori dal Consiglio. Così, per la prima volta, a sinistra del PD in Consiglio Regionale non siederà nessuno.
Giani, presidente uscente proprio del Consiglio Regionale, riesce a fare meglio – seppur di poco – del suo predecessore Enrico Rossi che cinque anni fa era stato eletto per la seconda volta fermandosi al 48%.
Per la maggioranza entrano in Consiglio Regionale solo Partito Democratico (22 seggi) e Italia Viva (2)
Le minoranze rappresentate da Lega (7), FdI (4), Forza Italia (1) e M5S (1).
Per la prima volta la sinistra non conquista seggi Confermato Giacomo Bugliani (PD), unico consigliere regionale della provincia apuana
Ma dal 2015 ad oggi tante cose sono cambiate. Intanto c’è da registrare la forte crescita del centrodestra: cinque anni fa Mugnai (FI) e Borghi (Lega + FdI) avevano fatto corse separate, sommando il 29,1% dei voti.
Questa volta la Ceccardi ha unito tutte le forze ottenendo dieci punti percentuali in più. Poi bisogna prendere atto che in questi anni abbiamo assistito prima alla crescita e poi al rapido declino del M5S: nella scorsa tornata il carrarese Giannarelli aveva superato il 15%, mentre ora la percentuale ottenuta dalla consigliera uscente Galletti è più che dimezzata. Infine il risultato negativo di Toscana a Sinistra: Fattori, dopo una legislatura di iniziative a sostegno delle principali battaglie del variegato mondo della sinistra sembra essere stato penalizzato, come e più della Galletti, dall’appello al “voto utile” lanciato da Giani e dal PD per scongiurare una vittoria del centrodestra che, oggi con i risultati alla mano, era molto lontana dall’essere possibile.

Alcuni sondaggi, divulgati soprattutto attraverso i social network mostravano un sostanziale pareggio tra Giani e Ceccardi.
Il voto, che già era indirizzato sui due contendenti principali, si è così ulteriormente polarizzato. Ma il quadro non sarebbe completo se non si considerasse anche che Giani ha potuto contare sul contributo portato da pezzi di elettorato di centrodestra che si sono riconosciuti in esponenti di quello schieramento candidatisi nelle liste di Italia Viva in diverse circoscrizioni.
Una dimensione quantitativa che solo le analisi dei prossimi giorni potrà quantificare, ma che comunque c’è stata e che potrebbe pesare nei futuri equilibri dell’esecutivo regionale. Così come dovrà essere valutato il risultato negativo di altre due delle liste che appoggiavano il candidato Giani: “Orgoglio Toscano” e “Toscana Sinistra, Civica, Ecologica”: per una manciata di voti hanno mancato il superamento della soglia di sbarramento e non entrano in Consiglio, ma è molto probabile che chiedano comunque di essere rappresentati nel governo regionale.
Quello che esce è un nuovo Consiglio Regionale con sei forze politiche e dove la maggioranza sarà rappresentata da Partito Democratico (22 seggi) e Italia Viva (2), mentre l’opposizione potrà contare sul blocco Lega (7) e Fratelli d’Italia (4) con Forza Italia (1) e M5S nel ruolo di comprimari.
Il confronto del voto tra il risultato nel totale della Toscana e quello espresso nella provincia apuana conferma come il nostro territorio guardi più a destra della regione nel suo complesso. Un dato comune anche ad altre province, ma che vale la pena esaminare. La Ceccardi (45,6%), infatti, ottiene una percentuale superiore a quella di Giani (43,9) e anche la somma dei voti assegnati alle liste premia lo schieramento sconfitto in Toscana. T
ra queste il PD (28,2% in questa tornata contro il 42,1 del 2015) a Massa Carrara è il primo partito ma ottiene sei punti meno rispetto al quadro regionale. La Lega è più vicina al PD (22,4%) ma registra un voto appena superiore a quanto ottenuto in tutta la Toscana, mentre Fratelli d’Italia (11,0%) arriva sì in doppia cifra, ma resta 2,5 punti dietro il totale generale.
Chi anche questa volta ottiene un risultato locale superiore a quello regionale è invece Forza Italia: in Toscana nel suo complesso scende al 4,3% (aveva l’8,5%) mentre nella nostra provincia, pur perdendo circa la metà dei consensi registrati cinque anni fa, sfiora il 10%. Quasi due punti percentuali in più rispetto al totale ottiene a Massa Carrara il Movimento 5 Stelle, fermo comunque al 7,8%: nel 2015 era arrivato addirittura al 18,4%.
Per quel che riguarda infine il voto disgiunto, gli scostamenti non sono particolarmente rilevanti: a livello regionale Giani ha registrato un punto e mezzo in più della somma delle sei liste che lo appoggiavano, mentre la Ceccardi ha ottenuto un decimale in meno rispetto al totale delle liste che la sostenevano. Intanto, fin dalle prime ore seguenti l’elezione di Giani, è cresciuta l’attesa per conoscere la composizione della nuova Giunta regionale: sono in tanti ad ambire a sedere nell’esecutivo, ma per questo servirà un po’ di tempo.
Paolo Bissoli