Il Piano Scuola fissa l’avvio dell’attività didattica al 14 settembre
Settembre non è poi tanto lontano per cui per riprendere, al meglio, l’anno scolastico 2020 – 2021 occorre comprendere e conoscere le coordinate essenziali del nuovo Piano Scuola contro cui, la scorsa settimana, hanno protestato, in 60 piazze italiane, gli operatori scolastici dei diversi ruoli. Dopo rinvii, polemiche, dibattiti, scontri… è arrivata l’intesa tra Governo ed Enti locali (sia pure con qualche eccezione e mugugno). La prima campanella ufficiale suonerà il 14 settembre.
L’impegno finanziario, richiesto dal ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina e che va a sommarsi ai quasi due miliardi precedenti, è cresciuto di un miliardo, con la conferma di assunzioni a tempo determinato di docenti, fino a 50 mila, e aumento di stipendio “ dagli 80 ai 100 euro”. Per Conte “la scuola resta al centro delle politiche di questo Governo”. Le linee guida per la sicurezza dal coronavirus prevedono un ventaglio di novità. Tutti gli operatori scolastici, in primis, gli studenti saranno sottoposti a test periodici. La distanza interpersonale sarà non più di un metro tra i banchi singoli ma di un metro tra le “rime boccali”, per cui aumenteranno i posti visto che i discenti si daranno la schiena. Per l’obbligo delle mascherine si deciderà a settembre, secondo l’andamento della pandemia.
La durata delle ore di lezione potrebbe scendere di parecchi minuti ma saranno i vari istituti a scegliere come avvalersi delle forme di flessibilità, compresa la possibilità di differenziare l’arrivo a scuola degli studenti, onde evitare assembramenti sui mezzi pubblici e davanti agli edifici scolastici.
Per le scuole di II grado, la didattica a distanza continuerà ad essere complementare a quella in presenza. Per la refezione saranno garantiti ambienti puliti e disinfettati e gli studenti vi accederanno a turni. Ogni Scuola, in accordo con l’Asl di riferimento, dovrà dotarsi di un medico da contattare in caso di bisogno.
Commenti positivi sono stati espressi dal ministro della Salute Roberto Speranza, dal presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, e dal ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia: “L’apertura delle scuole è segnale importante di un Paese che riparte davvero”.
I “no” sono giunti dai leader dell’opposizione Salvini e Meloni. Molti dirigenti scolastici si son detti contrari all’idea di far scuola “fuori dalle aule”: il riferimento è alla proposta avanzata dal ministero di utilizzare palestre, corridoi, cinema, parchi per svolgere le lezioni.
Un segnale positivo giunge dal reinserimento, in tutti gli ordini di scuola, dello studio dell’Educazione civica quale insegnamento trasversale agli altri apprendimenti. Educare le giovani generazioni alla cittadinanza e alla legalità è di fondamentale importanza per la convivenza democratica.
(Ivana Fornesi)