Un vero e proprio gioiello, eredità dei Brignole-Sale che vollero prima la costruzione della “Villa” e poi della nuova chiesa parrocchiale. Intanto l’antico castello Malaspina attende la conclusione di un progetto di recupero avviato e mai completato
Tra i piccoli centri della Lunigiana, Gavedo occupa senza dubbio un posto particolare: poche case affacciate sulla valle del fiume Magra, strette attorno a quell’unico insieme costituito dalla chiesa e dalla “villa”.
Si tratta del frutto della riorganizzazione urbanistica voluta dalla ricca e potente famiglia genovese dei Brignole-Sale che ottenne il feudo alla fine del XVI secolo.
E’ Giulio Sale, nel 1592, ad acquisire l’investitura feudale sul marchesato di Groppoli dal Granduca Ferdinando de’ Medici che l’aveva acquistato dai Malaspina. Toccherà poi ad Anton Giulio Brignole Sale decidere la costruzione di una adeguata dimora a Gavedo.
Nel 1642 la “villa” occupa un ampio spazio pianeggiante: un palazzo dalle linee barocche circondato da massicce quanto scenografiche mura e torri squadrate che racchiudono il bel parco che ancora oggi si può almeno in parte apprezzare. Poco meno di un secolo dopo, proprio di fronte alle finestre della villa, la chiesa avrebbe assunto la forma e l’aspetto che conosciamo.
La bella parrocchiale dei Santi Lorenzo e Donnino venne infatti ultimata nel 1736 su progetto dell’arch. Matteo Vinzoni: a questi i Brignole Sale avevano infatti chiesto che oltre ad adeguare l’edificio allo stile barocco in voga in quegli anni, provvedesse anche ad orientare diversamente la chiesa stessa, così che la facciata fosse rivolta esattamente verso l’ingresso della villa, alla quale sarebbe poi stata unita da un viale di accesso diretto.
Il recente restauro ha regalato nuova luce alle eleganti forme della facciata che contrastano con l’austera forma del campanile eretto nell’attuale posizione nel secondo dopoguerra dopo la demolizione di quello precedente che sorgeva invece dietro la chiesa.
In quello che era l’antico feudo di Groppoli, stretto fra i torrenti Geriola e Mangiola, Gavedo occupa una parte importante di territorio. In alto, a mezza costa, è l’antico castello feudale dei Malaspina di Mulazzo: quanto oggi si scorge tra la vegetazione boschiva sempre più fitta è una residenza cinquecentesca costruita attorno alla ben più antica torre medievale che faceva farte della serie di fortificazioni malaspiniane per il controllo del territorio.
Nonostante l’abbandono, svetta ancora oggi sull’intera vallata che da qui si domina a perdita d’occhio. Nei pressi della costruzione, che si scorge a pochi metri dalla strada che unisce Gavedo al paese di Terceretoli, sono ben visibili i resti del cantiere nell’ambito del progetto di recupero avviato sul finire degli anni Novanta del secolo scorso ma mai portato a termine.
(Paolo Bissoli)