A Massa. Ha un fratello prete e fa parte della comunità dei missionari di Maria
Sabato scorso, nella Cattedrale di Massa, il Vescovo Giovanni Santucci ha ordinato presbitero Fra’ Sergio Sessa, religioso dei Missionari di Maria. Come il fratello, anch’egli sacerdote nella medesima famiglia religiosa, fra Sergio ha maturato la sua scelta di vita, grazie all’incontro con il fondatore padre Walfredo Zamperini. Dopo un lungo cammino di discernimento e formazione, la scelta di consacrarsi a Dio è diventata definitiva.
La celebrazione ha visto la partecipazione di parenti e amici, ma anche di tanti sacerdoti, molti dei quali appartenenti ai Missionari di Maria, tra cui il nuovo superiore generale padre Marco Rovai e le religiose della stessa famiglia. La liturgia del giorno era quella del «Battesimo del Signore» che conclude il tempo natalizio e le letture hanno messo a fuoco la regalità di Gesù, che ricevendo da Giovanni il «battesimo» nel fiume Giordano ha dato inizio al suo ministero pubblico. In questa cornice liturgica si sono inseriti i riti propri dell’ordinazione: dall’imposizione delle mani, alla vestizione, dalla consegna del pane e del vino all’unzione delle mani.
Fra’ Sergio – che da sabato è diventato «padre» Sergio – visibilmente commosso ha accolto con partecipazione le accorate parole del Vescovo Giovanni che, nell’omelia, ha tratteggiato alcune qualità proprie del sacerdote.
«Non si diventa sacerdoti per sé, ma per la comunità» ha detto mons. Santucci ed ha aggiunto «da oggi sarai inserito nel presbiterio: questa sarà la tua famiglia di cui dovrai sentirti parte e a cui dovrai ricorrere nei momenti di difficoltà». Riferendosi poi alla situazione in cui viviamo, il Vescovo ha riconosciuto che scegliere di diventare sacerdoti, in un mondo centrato sull’Io e sull’egoismo, è un «atto eroico e profetico».
Tra i momenti più suggestivi della celebrazione: il canto delle litanie dei santi che avviene mentre il candidato è prostrato a terra, in atto di completo abbandono a Dio. La richiesta dell’intercessione dei Santi del cielo è un modo per legare la Chiesa che vive nel tempo a quella che contempla Dio nell’eternità e per chiedere la protezione su colui che, di lì a poco, avrebbe avuto l’imposizione delle mani, non solo da parte del Vescovo ma anche da tutti i sacerdoti che hanno concelebrato.
La cerimonia è durata circa due ore: hanno prestato servizio i seminaristi sotto la regia del cerimoniere don Emanuele Borserini. Preziosi i commenti preparati e letti da don Samuele Agnesini, che hanno aiutato fedeli ad entrare ancora più in profondità nei vari momenti della celebrazione.
Lo stesso don Samuele ha poi guidato il canto dell’assemblea, in alternanza agli interventi della Cappella Musicale, mentre Ferruccio Bartoletti ha suonato il grande organo «Jardine» a sottolineare la maestosità dei riti che volta per volta prendevano forma.
Al termine della messa, il neo sacerdote si è fermato ai piedi dell’altare a ricevere il saluto dei famigliari e amici: un saluto che, come vuole la tradizione, consiste nel baciare le mani appena consacrate con il sacro crisma.
Un momento di fraternità ha concluso una giornata, per certi versi, memorabile della nostra Chiesa diocesana: l’ordinazione di un nuovo presbitero è sempre segno di benevolenza da parte di Dio per questa terra e motivo di speranza per tutti. Padre Sergio ha celebrato la sua prima messa il giorno seguente, domenica 14 gennaio, nella chiesa della Covetta.