Io sono in mezzo a loro

Domenica 10 settembre – XXIII del tempo ordinario
(Ez 33,1.7-9; Rm 13,8-10; Mt 18,15-20)

In questa domenica e nella prossima ci viene presentato il quarto discorso programmatico del vangelo secondo Matteo, il discorso ecclesiale, quello che riguarda il comportamento dei discepoli del vangelo nella comunità cristiana.
1. Ammoniscilo fra te e lui solo. Quando si vive gomito a gomito, qualunque sia la società, si scoprono i pregi e i limiti delle persone, e purtroppo emergono anche i difetti di ciascuno.
La correzione fraterna in teoria dovrebbe essere molto facile, o almeno sarebbe ovvio far notare agli interessati le incongruenze di certi comportamenti. In pratica invece accade che, per rispetto umano o per non crearsi nemici, non si avvertono le persone del loro comportamento poco corretto, e molto spesso proprio nelle piccole comunità si parla alle spalle e si arriva anche alla derisione.
È atto di carità ammonire gli interessati, è atto di sapienza saper ascoltare e ringraziare dell’avvertimento. Sia colui che ammonisce, sia colui che viene ammonito sono parte della stessa comunità che non giudica nessuno, ma vuole accogliere tutti in spirito di carità, perché “compimento della legge è la carità”.
2. Dillo alla comunità. Nella mentalità comune purtroppo la Chiesa è percepita come dispensatrice di servizi religiosi a pagamento o come un ente di beneficenza. Ma la realtà della Chiesa è molto diversa: essa è un mistero di comunione, è presenza di Cristo nella storia degli uomini, è un popolo in cammino verso la perfezione.
L’essenza della Chiesa consiste nell’agevolare l’incontro dei fedeli con Dio e tra di loro; la Chiesa è casa di preghiera e di comunione, luogo dove si ascoltano le persone e si sostiene chi è nel bisogno spirituale o materiale.
Pertanto la Chiesa è capace di offrire relazioni intense e comunicare gioia, perché lascia trasparire il mistero di Cristo e dona la medicina della misericordia. Fedele a questo comportamento, la Chiesa assorbe e corregge dall’interno le mancanze dei propri membri, raddrizza i cammini tortuosi e sopporta le fragilità, in modo che nessuno vada perduto.
3. Il Padre mio vi esaudirà. La vita di comunione attorno a Gesù presente nella Chiesa, agevolata dalla correzione fraterna, sfocia nella preghiera rivolta la Padre, il quale esaudisce la voce corale dei fedeli perché sente in essa la voce del Figlio.
Nella preghiera della Chiesa il protagonista è Gesù. L’assemblea che prega non è autoconvocazione, ma risposta all’invito del Signore che riunisce i discepoli e parla al suo popolo per guidarlo all’incontro con il Padre.
Inoltre la preghiera fatta insieme rende più sensibile il cuore dei fedeli alle necessità dei fratelli e moltiplica all’infinito la preghiera individuale. Chi prega per sé, prega solo per il suo interesse e la grazia è in proporzione alla sua preghiera; se invece i singoli pregano per tutti, tutti pregano per i singoli e il vantaggio diventa maggiore.

† Alberto