Lo sciopero della fame di Alfredo Cospito

Dura da oltre cento giorni la protesta dell’anarchico contro il regime carcerario

Il caso di Alfredo Cospito, rinchiuso in carcere al 41-bis e in sciopero della fame dallo scorso 20 ottobre, infiamma la galassia anarchica e quella politica in generale. Dopo la decisione dei giudici di condannare al carcere duro il 55enne, primo anarchico a essere detenuto in un regime nato per contrastare la criminalità organizzata, si sono susseguite le azioni di guerriglia degli insurrezionalisti. Nella giornata di martedì è arrivata la notizia del trasferimento di Cospito dal carcere di Sassari a quello di Milano Opera.
“Il trasferimento- si legge in una nota – è stato disposto a fronte di un quadro clinico in evoluzione, affinché il detenuto – che resta sottoposto al regime detentivo speciale di cui all’articolo 41bis – sia ospitato in una struttura detentiva più idonea a garantire tutti gli eventuali interventi sanitari necessari.
Cospito è membro della Federazione anarchica informale, un gruppo anarco-insurrezionalista che nel corso degli anni si è reso protagonista di svariati attacchi allo Stato: tra questi la gambizzazione dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, nel 2012, e l’esplosione di due pacchi bomba all’esterno della Scuola allievi carabinieri di Fossano (Cuneo), nel 2006. Lo scorso luglio la Cassazione ha chiesto per lui un nuovo giudizio in appello, in quanto considerato uno dei leader del movimento. Cospito rischia la condanna per strage contro la sicurezza dello Stato, un reato che prevede l’ergastolo.
La decisione di applicare il 41-bis, è legata alle lettere che dal carcere di Sassari ha continuato periodicamente a inviare alla galassia anarchica; per la giustizia italiana quelle lettere sono equiparabili ai ‘pizzini’ con i quali i boss mafiosi continuavano a esercitare il proprio potere, pur essendo carcerati. Per protestare contro queste decisioni, dal 20 ottobre Alfredo Cospito è in sciopero della fame; ha perso oltre 40 chili e la dottoressa che lo segue ha certificato che “la situazione è rischiosa per la sua vita“. Mentre il suo avvocato ha reso nota la volontà del detenuto di opporsi al Trattamento sanitario obbligatorio, in caso di via libera all’alimentazione forzata, la Corte di Cassazione ha deciso di anticipare dal 20 aprile al 7 marzo l’udienza sulla conferma o sull’attenuazione del regime di carcere duro per l’anarchico.
Da quando Cospito è entrato in sciopero della fame, le azioni degli anarchici per chiedere la sua liberazione sono aumentate di intensità in diversi luoghi italiani ma anche stranieri. Il che ha dato origine ad un comunicato del Governo nel quale si afferma che “azioni del genere non intimidiranno le istituzioni. Tanto meno se l’obiettivo è quello di far allentare il regime detentivo più duro per i responsabili di atti terroristici“. “Lo Stato, ha fatto sapere la premier Meloni, non scende a patti con chi minaccia“.

M.C.B.

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