Dio continua a lavorare con amore infinito i cuori e le coscienze che si allontanano da lui. Non è bloccato da nessuna crisi. Continua a cercare strade che solo lui conosce per incontrarsi con ognuno dei suoi figli, siano dove siano. Lo Spirito del Cristo risorto è vivo e operante in ogni essere umano, nessuno vive abbandonato, privato della benedizione di Gesù Cristo. Benché molte volte lo dimentichiamo, questo è il dato determinante. Dio sta agendo anche adesso nella Chiesa e fuori della Chiesa, continua ad attirare e condurre i suoi figli fino alla salvezza.
Quindi non dobbiamo chiuderci in questioni che si riferiscono ai nostri piani e progetti: che cosa dobbiamo fare in questi momenti di crisi? Quali mezzi pastorali saranno i più adeguati ed efficaci? Dio quali vie sta cercando di aprire oggi per incontrarsi con i suoi figli di questa cultura moderna? Quale relazione intende instaurare con tanti uomini e donne che hanno abbandonato la Chiesa? Per quali strade li va a cercare? Come risveglia in loro il desiderio di una vita più sana, giusta e degna dell’essere umano? Come li attira al regno di Dio?
Sono domande decisive, esigono risposte umili e attente: quale domanda sta rivolgendo Dio ai cristiani di oggi per trasformare il nostro modo di celebrare e vivere la fede, così che celebriamo e favoriamo l’azione di Dio nella cultura moderna? All’azione di Dio dobbiamo adottare una posizione di “servizio” che ci allontani da attitudini di riconquista, di difesa del passato o falso ripiegamento identitario, e ci disponga a rendere possibile l’annuncio di Dio.
Il regno di Dio è come il grano che “germina e cresce” senza che il contadino sappia come avviene (Mt 4,26-29). La fede non è un prodotto delle nostre conquiste né il risultato del nostro lavoro pastorale. La fede nuova che germinerà e crescerà, più in là della crisi, non sarà solo il risultato dei nostri sforzi. Sarà frutto, insperato e sorprendente, della libertà dell’uomo moderno e del lavoro dello Spirito di Cristo nel suo cuore. Noi avremo collaborato con il servizio di seminare il Vangelo. Sarebbe un errore chiuderci in una lettura del momento attuale in termini solo negativi.
Condizionati da studi e statistiche, c’è il rischio di sprofondare nello scoraggiamento. Il pericolo consiste nel fatto che reagiamo senza ascoltare quello che lo Spirito di Gesù sta dicendo ai suoi discepoli. Questo causa gravi conseguenze: l’energia spirituale che c’è nelle nostre parrocchie (laici, religiosi, religiose, presbiteri) va calando, bloccata da un clima generalizzato di delusione. In settori importanti della Chiesa prendono corpo atteggiamenti generati non dallo Spirito di Cristo risorto, “datore di vita”, ma dal puro istinto di conservazione.
Sono molti coloro che vedono la Chiesa minacciata da ogni tipo di pericoli esterni: il mondo moderno sarebbe in questi momenti il grande avversario. È grande allora la tentazione di ripiegarci su noi stessi e sul nostro passato in una autodifesa che non ci dà forza per la missione affidata da Gesù ai suoi discepoli. In alcuni settori si arriva anche a fare della denuncia e condanna del mondo moderno un programma pastorale, persino il compito più decisivo e urgente. Se si uniscono risentimento e nostalgia generati dalla perdita di potere sociale si alimenta un clima ecclesiale dove è difficile proporre Dio come amico del genere umano e proporre a tutti la misericordia del Dio rivelato in Gesù Cristo.
In realtà, la crisi che stiamo vivendo ci sta portando “ad un nuovo inizio”. La fine di un certo mondo culturale non è la fine del mondo, ma l’inizio di una nuova cultura. Lo stesso possiamo dire della fede: la fine di un certo cristianesimo, non è la fine del cristianesimo, ma la nascita di un modo nuovo di vivere la fede in Cristo. Realtà che parevano valide per sempre muoiono a favore di realtà che nasceranno nella nuova cultura.
Si creano nuove condizioni nelle quali il Vangelo potrà essere ascoltato ancora una volta come notizia buona e nuova. Accogliere il Vangelo non è “tornare indietro”, vivere la fede a partire da forme e sensibilità delineate in altra cultura e per altre epoche. Accogliere il Vangelo è “andare avanti”, imparare a credere a partire dalla sensibilità, l’intelligenza e la libertà di questa nuova cultura; fare che il Vangelo possa generare una fede nuova al contatto con le domande, paure, aspirazioni, sofferenze e gioie del nostro tempo. Non dobbiamo cadere nel pessimismo.
La Chiesa è sempre in genesi, è molto più di un’istituzione già costituita perenne e immutabile. È il corpo vivo di Cristo che rinasce costantemente dal suo Spirito per essere fedele in ogni tempo alla sua identità.
Don Francesco Sordi