Una di due: le gemelle Gamal di Daniel Sada

Da qualche tempo nell’ambito della letteratura, segnatamente la narrativa ma non solo, si è riacceso l’interesse per quell’America Latina che in diversi periodi del passato ci aveva in qualche modo presentato, attraverso il cosiddetto “realismo magico”, autori di straordinario spessore. In questi anni, soprattutto piccole o defilate case editrici, hanno fatto un grande lavoro di ricerca attraverso il quale abbiamo potuto sia affrontare casi di ripescaggio di opere trascurate per ingiuste dimenticanze, che esordi di grande interesse.
In questa casistica mi pare rientrare con pieno merito “Una di due” (Alter Ego Edizioni, pagg.113, euro 14, traduzione di Carlo Alberto Montalto) di quel Daniel Sada (1953-2011) autore messicano omaggiato a suo tempo come “maestro” dal grande Bolano.
In un paesino vicino al deserto vivono due donne quarantenni (Gloria e Constitutión Gamal), gemelle identiche nell’aspetto, perfettamente indistinguibili se non per una loquacità differente e per un neo sulla spalla. La loro vita non è stata facile, hanno perso i genitori in un incidente d’auto quando erano bambine, sono state accolte da una zia generosa ed impicciona, hanno vissuto per anni in una famiglia affollata (zia e zio più undici figli), hanno superato l’adolescenza unite più che mai uscendone con la decisione, favorita dalla disponibilità di un gruzzolo ereditato, di emanciparsi e di tentare l’indipendenza ben distanti dall’incubo dell’affollata convivenza.
Si recano così nel lontano paese di Ocampo (fittizio) dove riescono ad avviare una piccola bottega di sartoria. Lavoro, cucina, qualche sbronza casalinga, nessun uomo per una vita sostanzialmente tranquilla. Ma la zia seppure lontana ogni tanto si fa sentire perché preoccupata della loro vita solitaria proponendo improbabili occasioni per prospettive matrimoniali finchè non decidono di accettare sorteggiando la presenza di una di loro. La sorte premierà Constitution che conoscerà un mite allevatore di nome Osvaldo Segura.
Tutto sembra mutare nella loro vita anche perché l’uomo naturalmente desidera approfondire la conoscenza recandosi ad Ocampo ignorando l’esistenza della gemella come da progetto comportamentale deciso in comune pensiero, come sempre, dalle due, leggermente attempate, ragazze. Che decidono addirittura di alternarsi nel percorso di quel fidanzamento che dovrebbe portare al conseguente matrimonio. Però il loro rapporto comincia a incrinarsi, ci sono frequenti rivendicazioni, riconsiderazioni, si paventano rotture impossibili anche soltanto da pensare. Si cercherà e si troverà (?) una soluzione.
In una situazione da commedia di esilarante efficacia, in un percorso narrativo di matematica rigorosa puntualità, con una attenzione maniacale ai contrappunti lessicali (potrebbe essere studiato per insegnare l’uso della punteggiatura) lo scrittore ci offre, senza apparentemente neppure provarci, una disamina realistica sul significato della sofferenza, della solitudine e della natura umana con una felicità narrativa folgorante nell’efficacia della sua sintesi.

Ariodante Roberto Petacco