
Con il 55,2% dei voti supera il sindaco di Tresana Mastrini (44,2%)

Il sindaco di Montignoso, Gianni Lorenzetti, è stato confermato per i prossimi 4 anni alla guida della Provincia di Massa-Carrara: è questo l’esito del voto del 18 dicembre per il rinnovo delle cariche istituzionali di Palazzo Ducale. A lui è andato il 55,28% dei voti validi (48 mila 497 voti ponderati), mentre al sindaco di Tresana, Matteo Mastrini, è andato il 44,24% (38.475 voti ponderati). L’analisi del voto – gli elettori votavano su schede di colore diverso a seconda della dimensione del comune che rappresentavano – dice che Mastrini ha vinto negli 11 comuni sotto i 5 mila abitanti (4 dei quali a maggioranza centrodestra) con 2.313 voti di scarto; Lorenzetti ha prevalso di 3.005 voti nei due comuni tra 5 e 10 mila abitanti (Pontremoli, centrodestra e Fivizzano, centrosinistra) e ha dilagato (9.330 i voti di scarto) ad Aulla e Montignoso, i due comuni di centrosinistra compresi tra 10 e 30 mila abitanti. I due candidati hanno chiuso in perfetta parità (13.869 voti ciascuno) tra gli elettori di Massa (maggioranza di centrodestra) e Carrara (maggioranza 5 Stelle).

Nella stessa tornata elettorale è stato rinnovato anche il consiglio provinciale, in carica per i prossimi due anni: La lista “Centrosinistra per Massa-Carrara” ha avuto 39.762 voti ponderati (41,8%), “Cambiamo Massa Carrara” 31.688 voti ponderati (33,2%), “Progressisti per la tua Provincia” 13.226 voti ponderati (13,9%), “Massa e Carrara ora” 10.639 voti ponderati (11,1%). La coalizione guidata dal presidente, la lista “Centrosinistra per Massa-Carrara”, è riuscita ad aggiudicarsi la maggioranza assoluta, con sei seggi su undici, infatti ai 5 seggi che sono andati alla lista si aggiunge il presidente che ne fa parte di diritto. È un risultato che conferisce al sindaco di Montignoso quel margine di tranquillità che non riuscì a ottenere nel 2018, all’ultimo rinnovo del consiglio. In quell’occasione la lista “Civici e Popolari” di Andrea Vannucci, che alle comunali di Carrara dell’anno prima guidò i fuoriusciti dalla coalizione che candidava a sindaco Zanetti, elesse due consiglieri, imponendosi come ago della bilancia tra i 4 membri eletti dal centrodestra e i 4 del centrosinistra, contribuendo a formare una maggioranza molto precaria. Tornando alla ripartizione dei seggi: 3 sono andati alla lista di centrodestra “Cambiamo Massa-Carrara” che sosteneva Mastrini, 1 seggio alla lista “Massa e Carrara Ora” (Cinque stelle) e 1 seggio alla lista “Progressisti per la tua Provincia” (Italia Viva). Altissima l’affluenza al voto: dei 245 aventi diritto si sono presentati nel seggio unico di Palazzo Ducale in 227, più 4 con voto domiciliare per un totale di 231 votanti (94,28% degli aventi diritto).
Buone ragioni per tornare al voto popolare
Le urne del seggio di Palazzo Ducale hanno emesso il loro verdetto. Gianni Lorenzetti sarà Presidente della Provincia apuana per i prossimi 4 anni e sarà sostenuto, per il prossimo biennio (il consiglio provinciale si rinnova infatti ogni due anni, in quest’occasione diventati 3 a causa dell’emergenza covid), da un consiglio provinciale dove la coalizione da lui guidata avrà la maggioranza assoluta di 6 consiglieri su 11. In linea teorica l’elezione di Lorenzetti non era scontata: a Carrara e Massa, i cui consiglieri avevano il voto ponderato più pesante, il centrosinistra è minoranza. E diversi interrogativi riguardavano il voto dei consiglieri di Italia Viva e Movimento 5 Stelle, che non avevano un proprio candidato presidente. Nelle settimane preelettorali si sono rincorse voci di un sostegno – non scontato – di Italia Viva a Lorenzetti, come quelle di alcuni mal di pancia in seno al centrosinistra rispetto alla ricandidatura del presidente uscente, mentre sul fronte del centrodestra sono note le tensioni interne a Forza Italia dopo il commissariamento del coordinamento provinciale e le frizioni tra Lega e berlusconiani. I numeri della votazione (che potete trovare nell’articolo sopra) non sono sufficienti a suffragare o confutare queste e altre indiscrezioni, anche se qualche risultato inaspettato i numeri lo fanno intravedere: come la vittoria di Mastrini nei piccoli comuni (dove teoricamente Lorenzetti avrebbe dovuto avere la meglio) o il pareggio nei due grandi comuni in cui, sulla carta, partiva favorito il sindaco di Tresana. Quelli che possono apparire come vacui esercizi di “retroscenismo” da stampa quotidiana, devono essere tuttavia valutati alla luce delle nuove prospettive delle province. Messi alle spalle gli anni della folle riforma Delrio, dei trasferimenti di personale e dei rubinetti dei trasferimenti chiusi (con i disastrosi risultati che chiunque ha potuto osservare), oggi le province possono contare su maggiori disponibilità economiche e su un nuovo protagonismo: avranno un ruolo importante nella gestione su molte delle linee dei fondi Pnrr ed è in dirittura di arrivo il disegno di legge che prevede il ritorno degli assessori, anche esterni al consiglio. In questo contesto le dinamiche partitiche influenzeranno destinazione di risorse e scelte territoriali, determinando anche carriere politiche. Nulla per cui stracciarsi le vesti scandalizzati, sia chiaro: la politica è fatta anche di questo. C’è però un particolare non trascurabile: tutto ciò avviene in conciliaboli tra pochi, senza alcun giudizio popolare. Ecco perché urge rimuovere l’anomalia dell’elezioni di secondo livello e tornare – con tutti i correttivi del caso rispetto al passato – all’elezione popolare dei vertici delle province. (d.t.)