Calano i contagi da Covid 19, ma non si azzerano

Intanto prosegue la campagna vaccinazioni: ad ogni medico 18 dosi a settimana

Grafico con l'andamento dei contagi a Pontremoli
Grafico con l’andamento dei contagi a Pontremoli

I contagi a Pontremoli si sono assestati con un trend in leggero calo, ma non si azzerano: per la seconda settimana consecutiva l’andamento è in discesa, ma la diminuzione rallenta. Nell’ultima settimana i contagiati registrati dall’ASL sono stati 8, in quella precedente 10: ottimismo dunque, ma molto cauto visto che il pericolo di nuovi focolai resta dietro l’angolo anche di fronte alla riapertura di tutte le scuole cittadine avvenuta nell’ultima settimana di febbraio. Anche per questo il Comune di Pontremoli ha continuato lo screening con i tamponi antigenici in Piazza della Repubblica. Inutile dire che cresce l’attenzione per le vaccinazioni, alimentata dal vero e proprio “bombardamento” di numeri al quale ci sottopongono ogni giorno i media nazionali: “milioni di dosi in arrivo”, ma non si sa quando, né dove, né come: però crescono le aspettative.

Il dottor Paolo Arrighi referente dello studio associato di Pontremoli
Il dottor Paolo Arrighi referente dello studio associato di Pontremoli05

Le prossime settimane faranno chiarezza, ma intanto l’impazienza si fa sempre più forte, soprattutto fra gli ultraottantenni (e i loro familiari) che aspettano la chiamata del medico di famiglia. Una campagna per gli “over 80” iniziata due settimane fa solo simbolicamente visto che ogni medico aveva a disposizione appena 6 dosi e proseguita in questa seconda settimana con l’arrivo del triplo delle dosi, quantità confermata anche per la settimana entrante. “È vero – spiega il dott. Paolo Arrighi – questa settimana ciascuno di noi medici aveva a disposizione 18 dosi, tuttavia abbiamo optato per somministrarne 12 in considerazione del fatto che stiamo chiamando pazienti molto anziani ciascuno dei quali necessita di essere accompagnato anche da due persone e quindi non potevamo avere un sovraffollamento negli studi medici con tutti i rischi del caso. Per la prossima settimana abbiamo in lista pazienti più autosufficienti e quindi potremo utilizzare tutte e 18 le dosi che speriamo arrivino come annunciato”. Un elemento che dimostra ancora una volta come non sia facile per i medici gestire l’attività ordinaria, poi quella derivante dall’assistenza ai pazienti Covid e organizzare anche le vaccinazioni: comunque, pur a piccoli passi, si va avanti. Ancora incerti invece i tempi per l’inizio delle vaccinazioni a domicilio: al momento non si possono fare previsioni, ma la sensazione è che non si partirà fino a quando non sarà disponibile un vaccino diverso da quello prodotto da Pfizer-BioNTech che non si presta ad essere trasportato anche per lunghi tragitti come impongono invece le visite a domicilio in un’area ampia e montana come la nostra. Le cose cambieranno con la distribuzione di vaccini come quelli prodotti da Moderna o da Johnson & Johnson, per il quale tuttavia si dovrà aspettare qualche settimana in più in attesa dell’approvazione delle Agenzie europea e italiana e delle relative prescrizioni. (p.biss.)