Le rotaie che portano ad Auschwitz

A Fivizzano fino al 15 febbraio la mostra del fotografo Romano Ferrarini

mostra fivizzano“Se questo è un uomo” di Primo Levi e “Scolpitelo nel vostro cuore” di Liliana Segre sono i due libri dai quali sono tratte le frasi che accompagnano le 35 fotografie di Romano Ferrarini, in mostra nella biblioteca “E. Gerini” di Fivizzano dove rimarranno esposte fino al 15 febbraio. La prima, che ritrae l’entrata di Auschwitz, fotografa le copertine dei due testi adagiati sulle rotaie ed è commentata dalla citazione delle parole di Levi: “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”.
L’immagine è frutto di una grande e artistica intuizione di Ferrarini, a significare che le porte del male possono essere oscurate ed abbattute dalla costante memoria di ciò “che può arrivare a compiere la follia umana”. Le rimanenti guidano il visitatore in un viaggio attraverso e dentro i campi tristemente famosi di Auschwitz, Birkenau, Majdenek, dove il fotografo si è recato più volte.
La mostra è stata inaugurata in occasione della celebrazione della “Giornata della memoria” tenutasi nel Museo degli Agostiniani 27 gennaio, alla presenza delle autorità e degli studenti delle Scuole Superiori. Le fotografie sono di grandi dimensioni, in bianco e nero, e attraggono per la loro limpidezza e per la perfezione tecnica, che Ferrarini, nato a Genova e da 60 anni residente a Riva Trigoso, ha conquistato nel tempo, da quando, a partire dagli anni Settanta, è stato preso dalla passione hobbistica per la fotografia. Soprattutto, però, inducono alla riflessione e fanno stringere il cuore nel momento in cui il pensiero riporta alle tragedie che in quei luoghi, visti come sono oggi, furono consumate.
La mostra, dal titolo “Le rotaie che portano ad Auschwitz”, ha già fatto registrare un elevato numero di visitatori, di giovani, in particolare, che si soffermano a lungo davanti alle fotografie, mostrando di rimanerne colpiti.

Andreino Fabiani