Accuse di disegni falsificati e lavaggi del cervello in provincia di Reggio Emilia. Ragazzini sottratti alle famiglie sulla base di documenti falsificati
Un incubo che va al di là di ogni immaginazione: è quello che è stato portato alla luce dai Carabinieri di Reggio Emilia – operazione ribattezzata ‘Angeli e demoni’ – in un sistema corrotto di affidi pilotati che sarebbe stato portato avanti nei confronti di decine di bambini dai servizi sociali dell’Unione di Comuni della Val d’Enza.
Le indagini hanno portato all’arresto di sei persone (16 gli indagati), tra questi il sindaco Pd appena rieletto di Bibbiano; indagini che avrebbero portato alla luce storie di ragazzini sottratti alle famiglie sulla base di documenti falsificati e sedute di psicoterapia che convincevano i bambini della cattiveria dei genitori nei loro confronti, compresi falsi ricordi di abusi sessuali e disegni artefatti. In tal modo sarebbero stati pilotati gli affidi dei minori in mano ad amici e conoscenti degli operatori sociali, ma anche a persone in alcuni casi discutibili e in altre senza ombra di dubbio problematiche.
Una vicenda, quindi, che, se confermata in sede processuale, ha dell’incredibile; resa possibile dalla complicità di politici, medici, assistenti sociali, che per anni hanno nascosto i regali e le lettere scritte dai genitori ai bambini che erano stati loro sottratti: prove che i Carabinieri hanno trovate accatastate in un magazzino. Altrettanto pesanti i reati contestati: frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamenti e lesioni gravissime su minori, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d’uso. Sul fatto hanno preso posizione rappresentanti di associazioni ed esperti.
Due cose sono da chiarire subito, secondo il presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, Gigi De Palo: “Chi ha sbagliato deve pagare e i controlli devono essere ampliati e moltiplicati, per evitare il ripetersi di nefandezze come queste. In secondo luogo, un caso come questo non può fermare l’istituto dell’affido familiare, ma deve anzi rilanciare il tema dell’accoglienza, che rappresenta una scelta d’amore, per i bambini accolti e per le famiglie che la compiono”.
“Molte sono le famiglie che, anche con l’aiuto delle associazioni, vivono l’esperienza dell’affido con disponibilità e gratuità – aggiunge Massimo Orselli, delegato del Forum all’Affido familiare e adozione – in stretto rapporto con i servizi sociali e i tribunali per i minorenni”. Per questo Orselli tiene a riaffermare l’importanza e la bellezza dell’affido.
Come funziona l’affido in Italia
In Italia, l’istituto dell’affido è regolato dalla legge 184 del 1983 e da quella 149 del 2001. La prima stabilisce il diritto inequivocabile del minore di crescere in un ambiente in cui esprimersi liberamente e affermare le sue capacità.
Se una famiglia versa in particolari condizioni, tali da nuocere alla salute psicofisica del minore, quest’ultimo viene collocato temporaneamente presso un altro nucleo familiare, idoneo a garantirgli sostegno economico, ma anche affettivo e morale.
La legge 149 ha dato nuovo impulso all’istituto dell’affidamento, precisando che il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia.
“In caso di allontanamento di un bambino dalla propria famiglia di origine e di affidamento a una famiglia terza – precisa Pasquale Andria, presidente emerito del Tribunale per i minorenni di Salerno, intervistato dal SIR – ci sono un controllo del Tribunale dei minorenni e la possibilità per i genitori di costituirsi in giudizio e difendersi. In caso di povertà, c’è l’opportunità della nomina di un difensore di ufficio”.
“Per questo, quella di Reggio Emilia mi sembra una vicenda incredibile, sono rimasto sconvolto” ribadisce Andria, pur invitando ad “attendere i risultati delle indagini” perché “nessuno di noi ha letto gli atti in possesso del pubblico ministero competente”.
“L’iter dell’affidamento, spiega il magistrato, è controllato dal giudice tutelare o da quello minorile, a seconda dei casi, se l’affido è consensuale o meno. Un caso è se ho di fronte una situazione familiare di fragilità soprattutto economica… altro è se l’affidamento nasce come risposta alla situazione di bisogno del minore dentro un’indagine per abuso, cioè per un reato che ha come vittima il minore stesso: in questo caso, ribadisco, c’è il controllo del pubblico ministero prima e del giudice poi”.
“L’affidamento di un minore, conclude Pasquale Andria, può essere legato ad abusi attivi e passivi ai suoi danni. L’affido si può stabilire quando i genitori, per totale incapacità genitoriale trascurano i figli, lasciandoli in condizioni igienico-sanitarie negative e senza vaccinazioni. I casi possono essere tanti. I più gravi riguardano gli abusi sessuali”.