Il labirinto: da luogo profano a simbolo cristiano

L’Almanacco curato dal Centro Lunigianese di Studi Giuridici è arrivato alla 39.ma edizione, dedicata al labirinto partendo da quello di Pontremoli

almanacco_labirintoLe complesse, misteriose e antiche storie di labirinto e di labirinti sono dentro l’Almanacco Pontremolese 2017 con dodici contributi di riflessioni e notizie elaborate mese per mese da altrettanti narratori.
L’idea dominante muove dal Labirinto della chiesa di San Pietro de conflentu di Pontremoli, alla confluenza del Magra col torrente Verde, dove è conservata una pietra in arenaria con scalfito un labirinto importante, superstite all’alluvione del 1567 e alla distruzione della chiesa sotto le bombe di un terribile bombardamento degli Alleati nel 1944. Il Centro Lunigianese di Studi Giuridici è l’editore e il curatore del volume, stampato dalla Tipografia Artigianelli.
È dal 1978 che esce, per iniziativa del magistrato e parlamentare Enrico Ferri, un Almanacco ispirato a fatti, tradizioni, figure di storia locale: un calendario che mette sotto i riflettori della memoria molteplici esperienze. Nella presentazione del numero 39 la sindaca Lucia Baracchini esprime le sue note di pensiero sul labirinto come percorso di vita e di scoperta che da tempi remoti ha sollecitato l’immaginario collettivo in ogni parte del mondo.
Sono tantissime le narrazioni di percorsi labirintici ma le accomuna una simbologia di ricerca di sé, di viaggio che fa approdare a conoscenza, a salvezza. Del labirinto di San Pietro, chiesa benedettina dipendente dal vescovato di Brugnato, si occupa nella prefazione dell’Almanacco Giulio Cesare Cipolletta e allarga il discorso sulle diverse interpretazioni e metafore del fenomeno in generale: viaggio spirituale, interpretazioni filosofiche, anatomiche, architettura vegetale, potenzialità scenica, oggetto ludico del labirinto enigmistico, tema per cinema e arte: un’immensa varietà sacra e profana di cui l’Almanacco Pontremolese 2017 cerca di cogliere gli aspetti essenziali e di maggior interesse.

Mito, letteratura, arti visive

labirinto_zaccheoL’Almanacco Pontremolese 2017 ricorda per mano di Andrea Baldini il mito di Dedalo costruttore del labirinto per nascondere il Minotauro. Erodoto dice labirinto un complesso di edifici disorientanti. Nel Medioevo labirinto acquista significato di situazione imbrogliata, incertezza, turbamento. Così Petrarca per indicare il tormento senza via d’uscita di cui è causa Laura, lungo errore che porta in cieco labirinto. Il poema dell’Ariosto coi castelli del mago Atlante è tutto un labirinto nel quale si aprono altri labirinti, nota Italo Calvino. Galileo dice che senza la lingua matematica in cui è scritto l’universo “è un aggirarsi vanamente per un oscuro labirinto”. Per Dino Buzzati labirintici sono gli intrecci della comunicazione telefonica e ancor più oggi quelli della rete webb. Nuove prospettive al labirinto le dà J.L. Borges, lo fa allegoria del postmoderno, della complessità, della sfida. I pittori ispirati al labirinto sono molti; Bartolomeo Veneto, Dalì, Magritte, Matisse, Mirò, Picasso, Pollock. Un labirinto è dentro il nostro corpo, è quello dell’orecchio interno che svolge delicate e complicate funzioni, spiegate da Falloppio a Padova nel 1571 e riprese da Gianni Pasqualotto. A Fontanellato c’è il labirinto vegetale di Franco Maria Ricci, raffinato editore che, con richiamo ai giardini all’italiana, ha costruito un luogo di delizie con siepi verdi di bambù e ambienti sorprendenti, progettati da Pier Carlo Bontempi. Registi di cinema e teatro hanno usato scene e storie di richiamo labirintico, si pensi al film “L’anno scorso a Marienbad” ricordato da Giordano Giannini.

Per il mese di gennaio Maria Ghelfi si concentra sull’etimologia della voce labirinthos, una voce egea con la quale identificare il complicato impianto del palazzo regale di Cnosso nell’isola di Creta? Oppure l’etimo è labrys, voce proveniente dalla Lidia anatolica per indicare l’ascia bipenne simbolo del potere? Il priore di San Pietro don Pietro Pratolongo parla del labirinto antico simbolo dell’umanità. Quello pontremolese lo data posteriore al sec. X, è a undici archi e figure di due cavalieri, alcuni fregi e l’iscrizione paolina “sic currite ut comprehendatis”, che si potrebbe tradurre “affinché possiate comprendere: camminate”. Queste le spiegazioni tentate da don Pietro: è un labirinto penitenziale (11 è il numero del diavolo da cui liberarsi per giungere al centro salvifico), i due cavalieri potrebbero alludere alla lotta tra imperatore Enrico II e papa Gregorio VII, dato che siamo in territorio di Matilde di Canossa: ipotesi davvero azzardata. Al centro nel sec. XV fu tracciato IHS cifra di San Bernardino da Siena che predicò a Pontremoli. Giuseppe Benelli, nel contesto della metafora della vita, dice il labirinto di San Pietro non dissimile da quello di Piacenza e di Lucca, e rimanda al percorso iniziatico del pellegrino. Luciano Bertocchi collega i meandri del labirinto sampietrino alla fitta rete di collegamenti che si intrecciavano a Pontremoli, ospizio di pellegrini dentro e fuori le mura con la chiesa benedettina di San Giorgio a nord e il convento dei frati minori di san Francesco al di là del Verde.

Il labirinto "verde" della Masone a Fontanellato
Il labirinto “verde” della Masone a Fontanellato

Renato del Ponte richiama il significato del labirinto nel Medioevo e si sofferma sui due cavalieri del nostro labirinto: non crede significhino cavalieri che si azzuffano, li ritiene il cavaliere di Cristo che si scontra con la Morte che è posta a custode dell’accesso al labirinto per impedire di arrivare al centro: tema diffuso nel Medioevo e che sarà soggetto di una famosa incisione di Albrecht Dürer del 1513. Natalino Benacci parla di labirinto “bussola del pellegrino”, un motivo iconografico cristiano ma già presente nei disegni rupestri sardi delle case delle fate (domus de janas) di tremila anni a.C. Il percorso a labirinto o a spirale del rito della processione “limacada”, rinnovato per la Settimana Santa da qualche anno a Filattiera e a Mocrone, per Germano Cavalli rimanda a significati di labirinto e pellegrinaggio.
Anche a Ceretoli, borgo altomedievale c’è labirinto, lo illustra Mauro Lombardi: è “a filetto”, una piccola bozza cubica in pietra a due facce con incisione a croce al centro di tre quadrati concentrici su una facciata, diffuso simbolo labirintico medioevale, e l’IHS sull’altra. È stato ritrovato nel 2006 a margine di un muro attiguo all’antica chiesa di San Martino.

Maria Luisa Simoncelli