Don Dodi: una vita intera spesa per gli altri

Fu lui a fondare il “Villaggio” in memoria della sorella Maria Luisa e per continuarne l’opera

Don Igino Dodi (1917-1992)

Nei giorni scorsi si è celebrato il 70° anniversario della fondazione del “Villaggio del Fanciullo”, opera di don Igino Dodi. Era nato a Solignano di Parma il 26 gennaio 1917, aveva svolto un primo periodo di studi nel Seminario di Parma, si era poi trasferito in quello di Pontremoli dove era stato ordinato sacerdote il 7 giugno1942.
Dopo un breve servizio come cappellano a Filattiera era stato nominato parroco di Castiglione del Terziere, parrocchia che avrebbe lasciato alla fine del 1953. La sua vita sacerdotale, di parroco “normale”, ebbe una brusca svolta in seguito alla tragedia che lo aveva colpito: la sorella Maria Luisa fu uccisa in canonica la sera del 2 novembre 1947. Aveva deciso di seguire il fratello sacerdote nella sua missione; siamo nell’immediato dopoguerra, è tempo di miseria e di disoccupazione.
Nel bagnonese, e non solo, sono molti gli uomini che vanno in cerca di fortuna soprattutto in Lombardia, “i barsan”. Spesso i figli restano nei paesi, affidati ai nonni e un po’ abbandonati a se stessi. Maria Luisa comincia a raccoglierli, a fare catechismo, a seguirli sul piano dell’istruzione.
La “missione” di Maria Luisa divenne la missione di don Igino. Così nel 1950 egli prese in affitto una casa patrizia a Vallescura e vi insediò un primo gruppo di ragazzi ai quali diede assistenza e istruzione coadiuvato da alcun giovani del paese. Le necessità erano crescenti e le disponibilità striminzite.
In vista del progetto che aveva in mente si diplomò geometra e si iscrisse all’albo professionale e alla Camera di Commercio come impresa edilizia. Così divenne progettista, muratore, manovale, autista.

La facciata del Villaggio del Fanciullo intitolato a Maria Luisa, nel primo periodo dopo l’inaugurazione del 1954

Diede anche del lavoro, attraverso i Cantieri del Lavoro, a vari operai del territorio. Nella sua opera trovò collaborazione da tanti amici, non ultimi il sen. Del Nero e l’on. Negrari. Non si possono dimenticare neppure le signore che fin dall’inizio dell’avventura lo sostennero. Elma, Palmira e Maria hanno praticamente dedicato tutta la loro vita a servizio di don Dodi e della sua opera. Svolgevano le più disparate mansioni: cuoche, donne delle pulizie, contadine, all’occorrenza anche manovali.
Intanto erano cambiati anche gli “ospiti”. I barsan si erano insediati nei luoghi di lavoro, ora c’erano i figli degli emigrati all’estero e soprattutto ragazzi in difficoltà inviati dalle Prefetture e dagli Enti pubblici.
Don Dodi era direttore dell’istituto e autista. Ogni giorno, andata e ritorno, portava i ragazzi alle scuole di Bagnone, di Villafranca, di Pontremoli. Oltre duemila ragazzi sono hanno trovato ospitalità al Villaggio del Fanciullo.
Ad un certo punto cessa la necessità di quel tipo di servizio e il Villaggio del Fanciullo “Maria Luisa” diventa una casa di spiritualità a servizio della diocesi. Vi si svolgono incontri di sacerdoti , convegni, assemblee di associazioni, esercizi spirituali.
Per un certo periodo diventa anche luogo di preparazione per squadre di calcio, anche di serie A, o di nuoto per la vicinanza del complesso Villasport. Nel frattempo don Igino era stato anche membro delle Commissioni amministrative della Curia e del Seminario e insegnante di religione.
Il 25 aprile 1992, dopo una vita intensa spesa a servizio dei “poveri” e della Chiesa, tornava alla Casa del Padre.

Giovanni Barbieri