“La Chiesa è una casa dalle porte aperte”

La prolusione del card. Zuppi al Consiglio permanente della Cei

La riunione del Consiglio permanente della Cei (Ph: Cristian Gennari/Siciliani/SIR)

Dopo il dovuto omaggio al presidente Napolitano, il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nella sua prolusione al Consiglio permanente dei vescovi italiani, ha esordito affermando che “non si può pensare all’Italia isolata dall’Europa e dal resto del mondo” e che i cattolici non devono considerarsi “una minoranza residuale ma una minoranza creativa”.
Quanto alla situazione internazionale, ha affermato che “il nostro mondo ha bisogno di pace e unità”: la guerra in Ucraina è “un dramma alle porte dell’Europa che ci riguarda tutti, come uomini e donne di questo tempo, prima ancora che come cittadini europei. L’azione del Santo Padre per la pace, oltre alle sue parole, ci ricorda che tutti dobbiamo agire e pregare per essa… È tempo di tornare al dialogo, alla diplomazia. È tempo che cessino i disegni di conquista e di aggressione militare”.

Il card. Matteo Maria Zuppi (Ph: Cristian Gennari/Siciliani/SIR)

Nella parte centrale dell’introduzione, il tema delle migrazioni: “un vasto fenomeno epocale” che deve essere gestito “con umanità e intelligenza” e non politicizzato. La questione, invece, “dovrebbe essere trattata come una grande questione nazionale”, che richiede la cooperazione e il contributo di tutti.
Di qui la necessità di “una concertazione tra le forze politiche e sociali indispensabile per creare un sistema di accoglienza, non solo di sicurezza perché la vera sfida è governare un fenomeno di dimensioni epocali e renderlo un’opportunità così come esso è”.
Un esempio è dato dall’iniziativa della Cei “Liberi di partire, liberi di restare”, che ha aperto il primo canale legale di ingresso per minori stranieri non accompagnati attraverso un permesso di studio.
L’aumento dei femminicidi, dei suicidi e delle violenze tra i giovani ci dicono che “la società italiana non è in pace”. Tutto viene diffuso attraverso i social, un’esperienza che nessuna generazione prima aveva mai conosciuto. Per questo è necessario riflettere sul tema dell’educazione, che “non è un’emergenza ma è la quotidianità della vita della Chiesa”. “Forse è tempo perché anche noi credenti troviamo il coraggio di parlare di sessualità senza infingimenti, nella prospettiva dell’integrazione tra vita umana e vita spirituale”, il suggerimento per l’educazione affettiva dei giovani.
Tra i segnali positivi, la coscienza che la Chiesa è “una famiglia tra le famiglie, una casa con le porte aperte”, e l’oceano di giovani che ha affollato la Gmg di Lisbona, con la sorpresa delle 65mila presenze italiane.
Sono tristi e sterili, nella Chiesa, “le polarizzazioni”, le “troppe resistenze” verso Papa Francesco e il suo messaggio, “spesso espresse in uno spirito di contrapposizione, favorito dai social”. Sinodalità, al contrario “vuol dire rimettere in discussione le arroccate solitudini ecclesiali nell’incontro, nella comunione, nell’ascolto, nell’impegno missionario enorme che ci attende”.
“La povertà in Italia può dirsi ormai un fenomeno strutturale, visto che tocca quasi una persona su dieci”, ha osservato infine Zuppi sul versante della politica interna. Tra i problemi più urgenti, quello della casa e del rincaro affitti, per affrontare il quale “vanno sollecitati interventi pubblici”.
Per contrastare la denatalità occorrono inoltre “servizi integrati sul territorio a sostegno delle famiglie, non solo aiuti materiali”. Altri fenomeni di cui tener conto, quello degli “working poor”, del lavoro nero e delle dimissioni dal lavoro, soprattutto tra i giovani. Senza contare le vittime degli incidenti sul lavoro che, come ha detto il presidente Mattarella, sono un “oltraggio alla convivenza civile”.