Paesi di Lunigiana, Caprigliola

Con Albiano è la porta della Val di Magra, un tempo punto strategico lungo la viabilità antica, a guardia prima di un guado, poi di un ponte. E alla “Bettola” si riscuotevano le gabelle. Il Barbarossa affidò Caprigliola ai Vescovi di Luni, poi il borgo passò ai Malaspina e, dal 1404, a Firenze, prima fra le “terre” lunigianesi

38Caprigliola0Così, nella prima metà dell’Ottocento, Emanuele Repetti nel suo “Dizionario Geografico” inizia la descrizione di Caprigliola: “Castello con pieve (S. Niccolò) posto sull’ultimo sperone che dall’Appennino di Camporaghena si stende lungo la sponda sinistra del fiume Magra dirimpetto al castello di Albiano”. Ed è sempre lo storico carrarese a ricordare come Caprigliola fosse una delle “corti” che l’imperatore Federico Barbarossa nel 1185 confermò in feudo a Pietro, il 35.mo dei Vescovi di Luni che da alcuni decenni l’avevano scelta come una delle loro residenze.

Caprigliola vista a ovest: in primo piano le mura volute da Cosimo I de’ Medici nel 1556
Caprigliola vista a ovest: in primo piano le mura volute da Cosimo I de’ Medici nel 1556

Fin dal 1124, infatti, il borgo dopo la dominazione Obertenga era passato sotto l’influenza diretta dei Vescovi Conti che avevano occupato e riadattato l’edificio fortificato che ancora oggi si può scorgere nella parte più alta del paese, nei pressi della chiesa. A fianco della parrocchiale di San Nicolò sono le antiche strutture medievali: la torre, alta ed elegante, e i resti del castello.

La bella statua di San Nicola (1740) nell’abside della chiesa parrocchiale
La bella statua di San Nicola (1740) nell’abside della chiesa parrocchiale

Passata ai Malaspina all’inizio del Trecento, Caprigliola è conquistata da Castruccio Castracani nel 1319, ma torna alla famiglia marchionale alla morte del capitano lucchese meno di dieci anni dopo. L’evento politico più rilevante risale comunque al 1404 quando Caprigliola, con Albiano e Stadano, entra a far parte dei territori fiorentini: sono le prime “terre” lunigianesi ad essere “acquisite” da Firenze che ambiva a controllare un comprensorio così importante per il controllo delle vie di comunicazione e dei traffici che su di esse si svolgevano.

Panorama da est: la chiesa parrocchiale, la torre e i resti del castello dei Vescovi Conti di Luni
Panorama da est: la chiesa parrocchiale, la torre e i resti del castello dei Vescovi Conti di Luni

Proprio la posizione strategica di Caprigliola le assegnava così grande valore: con il borgo di Albiano, infatti, garantiva il controllo su questa vera e propria “porta” tra bassa e media val di Magra. Il toponimo “Bettola”, ancora oggi esistente, testimonia la presenza prima di un guado, poi – all’inizio del Trecento – di un ponte più volte ricostruito a seguito dei danni arrecati al manufatto dalla forza delle acque del fiume in piena.

Il portale di accesso all’aula unica, ormai scoperta, dell'antica chiesa di Caprigliola
Il portale di accesso all’aula unica, ormai scoperta, dell’antica chiesa di Caprigliola

Ma alla Bettola era anche l’edificio per la riscossione delle gabelle in un nodo viario di grande importanza, incrocio tra la via Francigena e quella per Genova e la Francia meridionale e, da lì, per Santiago de Compostela.

L'abside dell'antica chiesa al centro del borgo
L’abside dell’antica chiesa al centro del borgo

Sarà Cosimo I de’ Medici, nel 1556, a stabilire che la comunità dovesse essere difesa in modo adeguato con la costruzione di una imponente cortina muraria che ancora oggi fornisce al borgo la caratteristica forma stellata e alla sommità del quale svetta la chiesa “moderna”. Quella più antica, infatti, è a breve distanza, al centro del borgo, ma seminascosta dalle case che si affacciano su strade strette: si riconosce un bel portale di accesso che si apre sull’unica aula che a sua volta termina nell’abside circolare dietro la quale si riconosce una torre addossata, il tutto risalente al periodo dei Vescovi Conti di Luni, fra il XIII e il XIV secolo.
Il nuovo edificio, destinato ad ospitare la chiesa parrocchiale, venne costruito utilizzando parti delle fortificazioni dei Vescovi; l’antica torre cilindrica fu trasformata in campanile che, con i suoi 26 metri di altezza, svetta elegante sull’abitato. Le luminarie che vengono accese nel secondo fine settimana di settembre in onore della Madonna del Buon Consiglio conferiscono al borgo il caratteristico profilo di una grande nave adagiata sulla collina e la torre si trasforma d’incanto nell’albero maestro.

(Paolo Bissoli)