Due frantoi mobili nelle cave del Parco?

Parco della Apuane, con una delibera del direttivo, approvata a maggioranza, l’ipotesi di installarli: uno alle cave di Fivizzano, l’altro a Vagli di Sotto

Le cave del Sagro
Le cave del Sagro

Con una deliberazione del 5 maggio il Consiglio Direttivo del Parco delle Apuane ha approvato a maggioranza (6 voti favorevoli, compreso quello del presidente Alberto Putamorsi, 1 contrario, 1 astenuto) la possibilità di installare di 2 frantoi mobili – mastodontiche macchine su cingoli -, uno alle cave di Fivizzano, l’altro a Vagli di Sotto. Quello dei frantoi, fissi o mobili, in cava è sempre stato un problema oggetto di accese discussioni. Nella seconda metà degli anni Settanta del secolo scorso il Consiglio Comunale di Fivizzano, quando era sindaco Amedeo Boiardi, dedicò più di un ordine del giorno alla richiesta di un operatore del settore di collocarne uno fisso nelle cave del Sagro, come era già avvenuto in quelle di Minucciano. Alla contrarietà, dettata dal clima politico oltre che dal merito, del gruppo democristiano si erano aggiunte le proteste delle varie sigle ambientalistiche e del Comune di Carrara, che denunciavano un possibile danno al paesaggio causato dalle polveri, ma ancor di più le conseguenze dei rumori sul volo degli uccelli e, in genere, sul comportamento degli animali. Lo stesso Parco delle Apuane fu decisamente contrario. La questione piano piano si spense e di frantoi si è tornati a parlare solo in questi ultimi giorni.

45Apuane2La motivazione addotta a favore del provvedimento è stata la riduzione dell’impiego dei camion per il minor volume del materiale frantumato, nella varie pezzature, rispetto a quello degli scarti della escavazione, di cui sono pieni i ravaneti, e che, per legge, devono essere rimossi. Si tratta di una concessione a titolo sperimentale, limitata a quelle due località, essendo, invece, ribadito il divieto per i frantoi, mobili o fissi, in altri siti. I costruttori di queste due “fabbriche di frantumazione”, inoltre, forniscono garanzie in merito alla salvaguardia dell’ambiente e alla capacità di dare risposte tempestive alle richieste di materiali da parte delle industrie del settore, che devono essere rilevanti, se si considera, per fare un esempio, che ogni giorno le cave di Minucciano riempiono 25 conteiner, con destinazione, in treno, la Kerakoll di Sassuolo. Per questo c’è anche chi, come l’unico voto contrario nel Consiglio del Parco, Giacomo Faggioni, paventa il rischio che “le cave di marmo siano trasformate in cave di sassi”. Due condizioni sono state poste all’attivazione dei frantoi: il divieto alla loro collocazione sopra i 1.200 metri di altitudine e all’interno delle aree della Rete Natura 2.000, ben 21.054 ettari sulle Alpi Apuane, destinati alla conservazione della biodiversità e alla tutela di particolari habitat vegetali ed animali. Tutto questo fa prevedere che saranno, comunque, molti i camion che transiteranno nei paesi della Valle del Lucido una volta che sarà stata sistemata la strada Monzone-Carrara e inizierà lo svuotamento dei ravaneti delle cave del Sagro. Sarà allora necessario che l’Amministrazione comunale ne regolamenti il passaggio per la frequenza e gli orari, come il sindaco Gianluigi Giannetti, in una riunione pubblica a Monzone di alcuni mesi fa, ha garantito che farà, in accordo con gli imprenditori delle cave.

Andreino Fabiani