Il dramma della lotta tra la Luce e le tenebre. La testimonianza di p. Patton

Natale per padre Patton, custode di Terra Santa. Tenere in piedi la speranza, senza cadere nel pessimismo

48francesco_patton“Un dramma e non un cine-panettone”: è il Natale per il Custode di Terra Santa, Fra Francesco Patton. “È un dramma”. Il francescano ripete la frase quasi a sincerarsi che sia stata ben intesa: “Il Natale è il dramma di un Dio che è Luce da Luce e che entra dentro una storia buia per illuminarla. Le tenebre da un lato non riescono a sopraffarla ma dall’altro non l’accolgono”.
Un dramma che interpella innanzitutto i cristiani del Medio Oriente che “vivranno queste giornate con una grande intensità liturgica, poco riscontrabile in Occidente e comunque all’interno di una situazione di tensione e di preoccupazione”.
Come, per esempio, “chi abita nelle zone più povere della Cisgiordania o a Gaza. Chi vive in Siria vivrà il Natale pregando ogni giorno che la guerra finisca davvero per iniziare un cammino di riconciliazione e di ricostruzione. I cristiani che vivono nei villaggi siriani dell’Oronte, dove è ancora forte la presenza jihadista, sperano di riprendere una vita tranquilla e rimettere le croci sui loro campanili, tornare a fare il presepe o, per i frati che sono lì, a indossare di nuovo il saio. Pensiamo anche alle migliaia di rifugiati e sfollati cristiani che sono in Turchia, in Libano e in Giordania”.
Ma il dramma del Natale che “vuole fare luce dentro la storia buia dell’uomo” è anche in eventi che hanno costellato questo 2018: il trasferimento della ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme, la controversa legge sullo Stato ebraico, la fallita riconciliazione inter-palestinese, i razzi lanciati contro Israele, le proteste e i morti a Gaza, gli accoltellamenti…”
Tutti questi fatti, afferma il Custode, vanno letti con lo stesso atteggiamento con cui la Madonna leggeva la storia del suo tempo e li cantava nel Magnificat: Dio ha rovesciato i potenti dai troni e ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni gli affamati e rimandato i ricchi a mani vuote.
La lettura di fede è quella che ci permette di vedere oltre le vicende che ci troviamo a vivere, senza saltarle, e comprendere il verso dove Dio vuole condurre la storia. L’augurio di Natale del Custode allora non può essere che questo: “che in ciascuno di noi si realizzi il sogno di Dio, che riusciamo a tenere in piedi la speranza, senza cadere nel pessimismo. Maria e i profeti ci insegnano a essere persone di speranza in mezzo a tempi difficili”.
L’augurio è anche che “si realizzi la profezia di Isaia, ‘spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra’”.

(D.R. – Agensir)